Ven. Nov 22nd, 2024

Guccione lancia una proposta al Pd: «Tra due anni il vicepresidente potrà dare un contributo alla Regione». Il Consiglio approva la legge che istituisce il Comune unico di Corigliano-Rossano. Il governatore: «Fatto storico». Tallini: «Ringrazi la minoranza per il numero legale». Greco vota contro: «Assurdo non includere anche Cassano». Tensioni al termine della seduta

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Il dopo-Oliverio si chiama Antonio Viscomi? Quella di Carlo Guccione è una provocazione, ma anche una suggestione. L’esponente del Pd la pronuncia in consiglio regionale mentre il governatore e il suo vice sono fianco a fianco: «Condivido la candidatura di Viscomi alla Camera con il mio partito, il Pd. Non è un addio, ma un arrivederci, perché mi auguro che tra due anni possa dare un contributo alla regione». È un’investitura, forse frutto di un’iniziativa singola, ma pur sempre un’investitura. Guccione, senza dirlo apertamente, lancia una proposta al Pd calabrese: puntiamo su Viscomi per riconquistare la Regione nel 2019. Il che, ribaltando la prospettiva, significa bocciare la stagione politica attuale ed escludere un Oliverio bis.
Il governatore non batte ciglio, Viscomi nemmeno. Ma la provocazione-suggestione lascia il segno. È anche la prova che qualcosa è cambiato. Tra Oliverio e Viscomi sono mutati i rapporti di forza, il rispettivo peso sulla bilancia dell’autorevolezza e della prospettiva politica. A Roma forse c’è un diverso grado di considerazione tra l’uno e l’altro. La doppia candidatura – di cui una “blindata” al proporzionale Sud – per il vicepresidente della Regione, imposta direttamente da Renzi come condizione non trattabile, rappresenta forse uno spartiacque nella visione che il Pd nazionale ha della Calabria.
L’esperienza in Regione dell’aspirante deputato Viscomi finisce oggi, con l’istituzione del Comune unico di Corigliano-Rossano cui ha contribuito in modo fondamentale. Tuttavia, a sentire Guccione e a interpretare Renzi, la sua possibile quanto probabile esperienza in Parlamento potrebbe non durare molto.

CITTÀ UNICA È in questo contesto politico che nasce la terza della città della Calabria (77mila abitanti). Il Consiglio approva la legge che istituisce il Comune unico della Sibaritide tre mesi dopo (22 ottobre) il referendum popolare con cui i cittadini di Corigliano e Rossano hanno detto sì alla fusione.
«È un fatto storico – spiega Oliverio –, ora si apre la fase più impegnativa, quella della costruzione della città. È un processo inarrestabile che non bisogna ostacolare né rallentare. È necessario che tra l’inizio della fusione e l’elezione dei nuovi rappresentanti ci sia un accompagnamento e un sostegno, e noi stiamo lavorando in questo senso, grazie anche al Formez che darà l’assistenza tecnica alla città affinché le nuove opportunità siano sfruttate in modo virtuoso, altro che superficialità e demagogia». Il governatore, malgrado la stoccata di Guccione, ringrazia il vicepresidente Viscomi per il lavoro realizzato, così come l’intera maggioranza, e annuncia l’approvazione in tempi brevi di un «quadro di riferimento» come base «per aprire un confronto che dovrà concludersi con la realizzazione della nuova città».

«EVENTO STORICO» Mimmo Tallini passa subito all’attacco: «Oliverio dovrebbe ringraziare anche l’opposizione che garantisce il numero legale. La sua maggioranza, quando si tratta di approvare atti epocali, sparisce sempre».
Per Franco Sergio, relatore della legge presentata dall’ex consigliere Giuseppe Graziano, si tratta di una «data storica per la Calabria: la fusione è l’avvio di un processo che modificherà la fisionomia di questa regione».
Nel corso dei lavori è stata anche approvata una mozione, firmata dallo stesso Sergio, che impegna il presidente della giunta a garantire i fondi per l’erogazione di contributi straordinari, da parte della Regione, per dieci anni successivi alla fusione, e a estendere a Corigliano «la Zona economica speciale prevista per l’area portuale di Gioia Tauro».
Domenico Bevacqua (Pd) ritiene l’istituzione della città unica «uno degli interventi più significativi della legislatura. Non è stato facile raggiungere l’obiettivo, ma il referendum dimostra ancora una volta che i cittadini sono più avanti della classe dirigente».
Positivo il giudizio di Fausto Orsomarso (Misto): «Le preoccupazioni poste da alcuni osservatori rispetto al percorso seguito sono legittime, ma ogni grande passo della storia porta con sé delle difficoltà. Oggi festeggiamo un percorso che parte da lontano».
«Senza l’aiuto di Oliverio e la collaborazione della minoranza – sottolinea Giuseppe Giudiceandrea (Dp) – non saremmo mai arrivati a questo miracolo. A quel territorio va restituito l’onore che merita».
Voto contrario per Orladino Greco, che punta il dito contro la «miopia politica» che non ha permesso di creare «la Grande città della Sibaritide, che avrebbe dovuto includere Cassano allo Jonio». Per il capogruppo di “Oliverio presidente” è «un’occasione persa: questa legge è stata fatta male e realizzata peggio, e a pagarne le conseguenze saranno i cittadini a causa di una programmazione frammentaria e della mancata organizzazione dei servizi. E la responsabilità è degli esponenti politici che pensavano di guadagnare chissà che cosa sul piano politico».
Di diverso avviso Gianluca Gallo (Cdl): «È un appuntamento con la storia: oggi c’è la grande speranza, l’idea di costruire una città nuova. Non si può non assecondare un progetto dal basso che è partito dal territorio».
Guccione chiede all’assemblea di «trovare un modo per far partire gli atti d’impulso alla fusione, attraverso il referendum, direttamente dalla popolazione».

INCOMING Via libera, dopo il rinvio dell’ultima seduta, alla legge sull’incoming turistico attraverso i trasporti. La norma punta a favorire l’afflusso di visitatori e a sostenere la destagionalizzazione per mezzo di contributi erogati dalla Regione a programmi di viaggio che prevedano la presenza di gruppi di almeno 25 persone).
«Intervento spot», lo definisce Gallo, secondo cui il «Consiglio dovrebbe discutere di sviluppo turistico vero e lavorare sulla formazione di chi opera nel settore e sulla valorizzazione dei beni culturali». Rinviata la designazione di due componenti nel Comitato dei garanti per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Attimi di tensione al momento di approvare alcune modifiche urgenti alla legge sul trasporto pubblico locale. Il presidente Irto, dopo l’uscita dall’aula di molti consiglieri di maggioranza e d’opposizione, verifica la mancanza del numero legale e stoppa l’intervento di Gallo, che protesta vibratamente. «È stata una violazione della democrazia rispetto a una minoranza responsabile che aveva garantito lo svolgimento dei lavori. È bene che questa maggioranza faccia un tagliando e che dopo la pausa torni a occuparsi di temi importanti nell’interesse dei calabresi», dirà il consigliere cdl al termine della seduta.
Contrariato anche Oliverio, che chiede a Irto di riconvocare d’urgenza l’assemblea affinché «ognuno si assuma le proprie responsabilità». Richiesta subito accordata: il consiglio è stato riconvocato per giovedì alle 11.

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