Gio. Nov 21st, 2024

Stato d’emergenza in Italia per sei mesi ma intanto il direttore generale del dipartimento Tutela della salute spiega: «In Calabria la situazione è sotto controllo, stiamo seguendo tutti i protocolli e le indicazioni del ministero»

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Tra psicosi ed ‘emergenza di sanità pubblica internazionale’ cresce l’attenzione attorno al nuovo coronavirus “2019-nCoV”, associato ad un focolaio di casi di polmonite registrati a Wuhan, in Cina, da oltre un mese e che ha provocato già più di duecento decessi e quasi 10mila casi confermati. E intanto, in Italia, proprio oggi il governo Conte, insieme al ministro della Salute Speranza, ha dichiarato lo stato d’emergenza per i prossimi sei mesi. Ma a muoversi è stata anche la Calabria con le istituzioni regionali che hanno mosso i primi passi, seguendo le linee guida dal ministero gestendo al meglio le criticità finora registrate. Dopo quello di Vibo (rientrato poche ore dopo) a preoccupare è stato il caso di una 36enne di Taurianova, nel Reggino, tornata nelle scorse ore dalla Cina dopo aver fatto tappa a Vienna ed essere rientrata in aereo in Italia, con tappa a Roma e trasferimento successivo a Lamezia. La donna, che vive a Roma insieme a due fratelli, si è sentita male mentre era a casa insieme ai familiari, a Taurianova, manifestando i primi sintomi del sospetto virus con febbre e tosse ed è stato poi ricoverata in quarantena nell’ospedale di Reggio Calabria. L’allarme, intanto, pare sia rientrato con l’ultimo bollettino del nosocomio reggino che parla di «buone condizioni della paziente».


LE STRATEGIE DELLA REGIONE Una strategia che, finora, ha funzionato e anche bene così come ha spiegato al Corriere della Calabria Antonio Belcastro, direttore generale del dipartimento Tutela della salute: «Abbiamo avuto un incontro sabato 25 gennaio – ha detto – e ogni giorno dal Ministero arrivano le circolari con tutti gli aggiornamenti. Il principio che seguiamo allo stato attuale è uno solo: massima allerta, minimo allarmismo. Evitare, dunque, di procurare allarme stando comunque molto attenti». «Sin dall’inizio – dice ancora Belcastro – il Paese e la Regione Calabria, anche quando l’OMS continuava a tenere un basso profilo per evitare problemi con la Cina, abbiamo sempre cercato di tenerci un passo avanti anche rispetto al resto dei Paesi europei».
COME AGIRE «Il ministero – racconta ancora il dg – ha istituito il numero verde “1500” al quale qualsiasi cittadino, in Italia, può telefonare. Al numero risponderanno gli specializzandi di malattie infettive dunque medici qualificati, sebbene questo sia comunque solo un primo filtro. Se poi i medici ritengono che possa trattarsi di un caso sospetto, indirizzeranno la telefonata ad un numero unico per ogni regione. In Calabria – racconta Belcastro – i casi verranno gestiti dall’unità operativa malattie infettive del Pugliese Ciaccio di Catanzaro, baricentrico rispetto ai due di Cosenza e Reggio Calabria».

I CASI DI VIBO E TAURIANOVA «Il caso di Taurianova è stato gestito proprio seguendo il protocollo: dopo la telefonata al 1500, i medici hanno poi indirizzato la telefonata al “Pugliese-Ciaccio” che, dopo alcuni parametri, ha ritenuto il caso degno di approfondimento fino ad arrivare al reparto di Malattie Infettive di Reggio Calabria con la paziente trasportata grazie all’intervento del 118». «Anche nel caso di Vibo – spiega ancora Belcastro – sebbene il protocollo non fosse ancora stato attivato, i medici si sono comportanti in modo corretto».
LE RASSICURAZIONI «In Calabria la situazione è sotto controllo, stiamo seguendo tutti i protocolli e le indicazioni del ministero. Escluso anche il pericolo proveniente dai viaggiatori dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme».