Gio. Ott 31st, 2024

Rivendicano cure a livello locale e denunciano il piano di chiusura di strutture psichiatriche

L’occupazione degli uffici della direzione dell’Asp è terminata, ma la protesta dei familiari dei pazienti psichiatrici prosegue. Da quasi dieci anni, i ricoveri sono bloccati, costringendo i pazienti a trasferimenti lontani dai loro affetti. I familiari chiedono il diritto alla salute e alle cure sul territorio, lontano da centinaia di chilometri.

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I manifestanti denunciano una situazione drammatica: il piano dell’Asp e della Regione prevede la chiusura di cinque strutture psichiatriche, con la conseguente delocalizzazione di circa 100 pazienti. Molti di loro già vivono in altre province come Cosenza e Catanzaro. Il confronto con il direttore generale Lucia Di Furia non ha soddisfatto i familiari, che accusano la dirigente di fornire giustificazioni inverosimili riguardo alle recenti decisioni.

Un esempio emblematico riguarda il trasferimento di 20 pazienti a Pavia, descritto da Di Furia come un merito dell’Asp. I familiari, però, vedono in questo un destino simile a quello riservato ai loro cari. Durante l’occupazione, sono state segnalate gravi limitazioni, come l’impossibilità di accedere a servizi igienici adeguati e la mancanza di cibo.

I familiari ribadiscono che la loro protesta non ha connotazioni politiche, ma pongono l’accento sulle responsabilità della struttura commissariale della sanità e della Direzione Generale dell’Asp. Hanno fatto appello a tutte le istituzioni e alla società civile per sostenere la loro battaglia per i diritti e la dignità dei pazienti psichiatrici. Anche se costretti a lasciare il presidio, promettono di continuare la lotta con maggiore determinazione, portando avanti le istanze dei loro cari.