L’impegno dell’amministrazione comunale di Siderno e dell’Aisf continua nonostante gli ostacoli, verso una proposta di legge popolare più incisiva e inclusiva per i pazienti affetti da fibromialgia e elettrosensibilità.
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È nota a tutti la vicinanza dell’amministrazione comunale alle battaglie e alle rivendicazioni dell’Aisf con l’amica Giusy Verteramo. La realizzazione della panchina viola sul lungomare e tutte le altre iniziative di sensibilizzazione sulla fibromialgia, che necessita di adeguato riconoscimento da parte del sistema sanitario, sono solo i primi frutti di questa sinergia.
Domenica 12 si celebra la Giornata Nazionale per la lotta alla fibromialgia e alla elettrosensibilità. Avremmo voluto celebrarla per bene, a Siderno, dopo il partecipato convegno tenuto il 17 giugno 2023 nella sala consiliare alla presenza di esperti, specialisti e associazioni proprio sul tema della sindrome fibromialgica.
Pochissimi giorni fa, purtroppo, abbiamo dovuto prendere atto della battuta d’arresto della legge regionale n. 8 del 14 marzo 2024, che il Governo Meloni, su proposta del Ministro degli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli (padre dello scellerato disegno di legge sull’Autonomia Differenziata) ha ritenuto di dover impugnare, adducendo questioni sostanzialmente legate alla mancanza di copertura finanziaria dei presidi e dei servizi previsti.
Al netto delle carenze riscontrate dal Consiglio dei Ministri, la legge prevedeva l’istituzione, a livello ospedaliero e territoriale, di ambulatori multidisciplinari dedicati, di un centro di coordinamento regionale, di registri regionali per la fibromialgia e per l’elettrosensibilità, e il coinvolgimento delle associazioni e attività di volontariato per i pazienti affetti da questa malattia.
Va da sé che questa battuta d’arresto non deve indurci ad abbassare la tensione e, anzi, ripartiamo con maggiore vigore, come si suol dire, dal basso: dall’associazionismo, dalle istituzioni locali e da combattenti indomite come Giusy, alla quale rinnoviamo il massimo sostegno, anche mediante la nostra disponibilità a contribuire alla rielaborazione di una proposta di legge d’iniziativa popolare che tenga nella dovuta considerazione la previsione della copertura finanziaria necessaria a garantire i preziosi presidi previsti dal testo originario.