Prosegue il calvario dei circa 7.000 tirocinanti calabresi dopo l’incontro tenuto in Cittadella (CZ) nella mattinata del 07/09/2020 tra l’assessore al lavoro regionale Fausto Orsomarso e le sigle sindacali (Uil,Cgil,Cisl). Sono padri e madri di famiglia, giovani e meno giovani, lavoratori disoccupati e appartenenti al bacino della mobilità in deroga, che attendono risposte. Prestano quotidianamente servizio presso Enti e Ministeri (Giustizia,Miur,Mibact) senza alcun diritto contributivo e previdenziale, pertanto schiavi di quel sistema chiamato lavoro nero legalizzato. Sono famiglie perlopiù mono reddito e la cui retribuzione mensile è di 500 € (di cui hanno diritto solo se raggiungono almeno il 70 % delle ore mensili).
Per loro continuano a registrarsi prospettive di lavoro nulle dopo anni di competenze acquisite nel corso degli anni nei settori in cui hanno prestato servizio cioè Enti e Ministeri (Giustizia,Miur,Mibact). Continuano a rincorrersi le ultime affermazioni dell’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso che afferma che la Regione Calabria non ha alcun potere in merito a questa drammatica vertenza, perché non c’è una legge a tutela di queste persone e afferma che non ci sono risorse (in precedenza vi avevamo informato del dirottamento delle risorse future che saranno sottratte dal dipartimento formazione e lavoro, e destinate altrove) per duplicare queste politiche attive. La questione verrà portata sul tavolo del Ministro del Lavoro e indirettamente a tutti i ministri competenti, in una regione in cui il dramma lavoro è uno spauracchio che ha portato molti cittadini calabresi (soprattutto giovani) ad emigrare altrove dopo avere tollerato anni di soprusi e sopraffazioni da parte di un sistema politico colluso e ostile alle reali problematiche del comune cittadino quale il diritto al lavoro che teniamo a ricordare che è ancora menzionato e riconosciuto nel dettato della nostra Costituzione italiana. Ma secondo ultime affermazioni che giungono da altre realtà politiche (sempre riguardo al futuro dei circa 7.000 tirocinanti calabresi) traspare solo l’intenzione di premere per riaprire i concorsi pubblici e che non si ha intenzione di portare avanti questa drammatica vertenza e che (ai stessi tirocinanti) verrà riconosciuto solo un punteggio se si supera il concorso. Quindi dopo avere manovrato per anni per pura propaganda politica i tirocinanti calabresi con vane promesse illusorie in termini di prospettive di lavoro future, continuano a permanere scenari sempre più drammatici e per nulla chiari riguardo al futuro dei circa 7.000 tirocinanti calabresi, molti delle quali preme ricordare, sono persone che hanno lavorato una vita e che il lavoro lo hanno perso per colpa non loro. Seguiranno aggiornamenti.
Continua....