Mer. Lug 17th, 2024

È stata preannunciata dai legali l’intenzione di Lucano di rendere dichiarazioni spontanee nella prossima udienza

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Nessuna documentazione o “pezza di appoggio” collegata al progetto Cas per gli anni dal 2014 al 2016, rendicontazioni manipolate per ottenere i rimborsi nel medesimo progetto di accoglienza nel secondo semestre del 2016, l’inosservanza dei correttivi suggeriti dai funzionari ministeriali per chiarire lo stato di confusione delle rendicontazioni. Sono questi i punti principali intorno ai quali si è sviluppato l’esame del tenente colonnello Nicola Sportelli della Guardia di Finanza, principale teste della Procura di Locri nel processo “Xenia” in corso davanti ai giudici del tribunale di piazza Fortugno contro Mimmo Lucano e altri 25 imputati, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed altro.

Secondo l’ufficiale nell’ottobre del 2017 quando i finanzieri vanno a Riace a prendere visione della documentazione inerente i progetti di accoglienza degli immigrati, specificatamente quelli relativi al Cas (i Centri di accoglienza straordinaria), non è stata trovata alcuna documentazione relativa ai servizi o quant’altro demandato in favore degli ospiti per il periodo compreso dal 2014 a metà del 2016. In quel determinato periodo, per come ha sottolineato lo stesso teste, i fondi destinati agli immigrati erano 30 euro pro-capite a prescindere da qualsivoglia documentazione. La rendicontazione per il progetto Cas inizia dal secondo semestre del 2016, dopo il cambio della convenzione che stabilisce che sarebbero stati destinati fondi per coprire le spese con un tetto massimo pro-capite di 35 euro.

Se nella prima fase non ci sono documenti a riscontro delle spese, nella seconda fase ci sarebbero state difficoltà per alcune associazioni di rendicontare le spese. Questi dati sarebbero emersi dal contenuto di alcune intercettazioni captate nel corso dell’indagine “Xenia” e utilizzate dagli inquirenti per comprendere le dinamiche del funzionamento dei progetti di accoglienza a Riace, con riferimento, in particolare, alla rendicontazione dell’associazione “Città Futura”.

In un caso, dalle intercettazioni esaminate in aula dal finanziere è emerso il tentativo di presentare la rendicontazione inserendo schede di spesa di carburante in un mezzo di un’associazione riacese che «veniva utilizzato contemporaneamente anche dalla Protezione civile – ha riferito l’ufficiale – con il pieno effettuato 3/4 volte al giorno agli stessi distributori nei pressi di Riace». In pratica, secondo l’ipotesi investigativa, in un anno sarebbero state rendicontate spese di carburante come se il veicolo avesse percorso circa 500 chilometri al giorno.

Si è poi affrontato il tema dei bonus, la moneta locale distribuita mensilmente ai beneficiari. Nelle intercettazioni – ritenute tuttavia non penalmente rilevanti – affiora tutta l’inquietudine di Mimmo Lucano e Cosimina Ierinò nel non riuscire a trovare le pezze giustificative per coprire l’intero importo.

A margine dell’udienza l’avvocato Andrea D’Aqua, difensore dell’ex sindaco insieme all’avv. Antonio Mazzone, ha annunciato l’intenzione del suo assistito di rendere dichiarazioni spontanee nel corso della prossima udienza, fissata per martedì 12 novembre.

Tanta confusione nelle rendicontazioni dal 2014 al 2016

Ancora di scenail ten. col. Sportelli

È proseguito l’esame del tenente colonnello della GdF Nicola Sportelli, principale teste della Procura di Locri nel processo “Xenia” contro Mimmo Lucano e altri 25 imputati, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e altro.

Nell’udienza di ieri è stato affrontato pure il tema dei bonus, la moneta locale distribuita mensilmente ai beneficiari. Nelle intercettazioni, ritenute tuttavia non penalmente rilevanti, affiora l’inquietudine di Lucano e Cosimina Ierinò nel non riuscire a trovare le pezze giustificative per coprire l’intero importo.

(fonte gazzetta del sud)

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