La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha emesso le motivazioni della sentenza relativa al processo “Xenia”, nato da un’inchiesta sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel Comune di Riace. Le motivazioni del secondo grado hanno ribaltato la condanna precedente per Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, riducendo la pena a 18 mesi con sospensione, principalmente per un solo capo d’accusa di falso.
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La sentenza evidenzia che l’ampia istruttoria non ha fornito elementi sufficienti per dimostrare l’esistenza di una struttura associativa o di un “arrembaggio” alle risorse pubbliche orchestrato da Lucano. I giudici hanno escluso l’accusa di associazione a delinquere, truffa aggravata e peculato, sottolineando la mancanza di prove concrete a sostegno di tali reati.
In particolare, la Corte d’Appello ha respinto l’idea di una gestione illecita dei fondi destinati ai progetti Sprar e Cas, affermando che le determinazioni prese da Lucano non erano funzionali a ottenere finanziamenti ministeriali. Inoltre, i giudici hanno sottolineato che non esiste prova di un vantaggio patrimoniale collegato ai migranti lungo-permanenti che rimanevano a Riace, indicando che la gestione di tali fondi non configurava peculato.
Le motivazioni della sentenza mettono in luce lo spirito altruistico che animava Lucano, focalizzato sull’aiutare gli ultimi e creare un’ “economia della speranza”. Questo contrasta con l’ipotesi di una “logica predatoria delle risorse pubbliche” avanzata nella sentenza precedente.
In risposta alla pubblicazione delle motivazioni, Lucano ha espresso il suo dolore trasformato in speranza, condividendo il suo pensiero con familiari, avvocati e sostenitori. Ha anche ricordato coloro che, come lui, hanno subito ingiustizie e persecuzioni nel nome di una giustizia a volte fallace.
La sentenza della Corte d’Appello rappresenta un capitolo importante nella vicenda giudiziaria di Mimmo Lucano, evidenziando la complessità del caso e il dibattito sul ruolo della giustizia nel contesto delle politiche di accoglienza e integrazione dei migranti.
