Mer. Lug 17th, 2024

Pena più che dimezzata a Nicola Antonio Simonettae ridotta a Francesco Ursino

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Sconti di pena e conferma delle assoluzioni del primo grado al processo d’appello del filone in ordinario nato dall’inchiesta antidroga “New Bridge” che ha coinvolto soggetti in gran parte di Gioiosa Ionica, con diramazioni a New York e nel Beneventano. Ieri sera, dopo 9 ore di camera di consiglio, la Corte d’appello di Reggio Calabria (presidente Lucia Monaco) in riforma della sentenza emessa il 3 novembre del 2016 dal Tribunale di Locri, appellata dal pm e dagli imputati all’epoca condannati (e dall’imputato Raffaele Valente, imputato in uno stralcio successivo) previa esclusione per tutti dell’aggravante mafiosa contestata, ha rideterminato la pena nei confronti di Nicola Antonio Simonetta, per il quale è stata esclusa anche la contestazione di capo promotore, alla pena definitiva di 13 anni di reclusione, rispetto ai 27 del primo grado. Per Simonetta gli avvocati Bruno Verdiglione e Maria Lisa Lombardo hanno rappresentato una serie di elementi a discarico anticipando il ricorso in Cassazione. Pena rideterminata anche per Francesco Ursino in 20 anni e 6 mesi, (da 28 anni e 7 mesi). I giudici della I sezione penale hanno rideterminato la pena, con notevole sconto, anche per Raffaele Valente (10 anni e 6 mesi), Andrea Memmolo, (8 mesi con le generiche), nonché per Daniele Cavoto, Francesco Vonella e Michele Amabile (1 anno ciascuno). Confermata la sentenza del primo grado per quanto riguarda Cosimo Ienco e Carlo Brillante.

Rigettato l’appello della procura con conferma delle quattro assoluzioni stabilite in primo grado di Mario Ursini, difeso dagli avvocati Sandro Furfaro e Bruno Spiezia. Ed ancora Vincenzo Parrelli, per il quale hanno concluso gli avvocati Eugenio Minniti e Leone Fonte, che hanno evidenziato l’insussistenza degli elementi costitutivi tipici dell’associazione finalizzata al traffico di droga anche richiamando il pronunciamento favorevole della Cassazione, all’epoca su ricorso dell’avv. Fonte. Confermata, infine, l’assoluzione anche per le posizioni di Bledar Halili e Daniel Lacatus, difesi dagli avvocati Luca Barillà, Luca Cianferoni e Giuseppe Calderazzo.

(FONTE GAZZETTA DEL SUD)

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