“A distanza di un anno dalla ribalta mediatica della triste vicenda di una minore di 13 anni stuprata dal branco, a Melito Porto Salvo (RC), si sperava di poter rimettere il grido di giustizia agli scranni della Giustizia ed in quella sede, e solo in quella, occuparsi della turpe vicenda. Invece, con vero rammarico, da parte soprattutto della minore vittima, alcune testate giornalistiche continuano a riproporre gli scenari della vicenda ed a rendere pubblico ciò che dovrebbe dipanarsi in un contraddittorio tecnico nelle aule di giustizia”. E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria
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“Alla vigilia del processo penale, ricominciato in aula proprio stamattina, la stessa ragazza – fa presente Marziale- ha sperato di non dover vivere l’incubo che ogni giorno la sua storia trovi sede in testate mediatiche ed essere oggetto di dibattiti forieri di giudizi e riflessioni. Infatti, tra gli articoli pubblicati negli ultimi mesi, sono state trascritte finanche le dichiarazioni della minore rese nel corso dell’incidente probatorio, in barba al diritto della minore alla riservatezza, come previsto dall’articolo 16 della Convenzione internazionale del Fanciullo, recepita nel nostro ordinamento con la legge n. 176/1991, che deve essere considerato primario rispetto al diritto di critica e di cronaca e per questo si chiede che ora si lasci dipanare la vicenda davanti ai giudici che serenamente dovranno valutare le condotte di tutti i soggetti coinvolti”.
Per il Garante: “è necessario ricordarsi che la minore dopo aver detto basta, dopo aver vissuto il punto in cui il dolore e l’angoscia interiore sono diventati più forti della paura, dopo aver capito che il suo futuro dovrà costruirlo sulle macerie del suo essere, vorrebbe che tutta la vicenda fosse sottoposta alla valutazione solo dei giudici ed attendere una decisione che potrà forse farla sentire liberata dal passato. Indugiare nelle maglie più pruriginose della turpe vicenda – aggiunge il Garante. equivale a riaprire costantemente le ferite della vittima e su ciò sarò attento vigile, chiamando alle proprie responsabilità anche le istituzioni preposte ad applicare la mole corposa di leggi esistente per proteggere i minori dagli assalti mediatici”.