Scaturito dall’operazione “Araba Fenice”, portata a termine nel maggio 2018 dai Finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia nei confronti di due società facenti parte di un gruppo di fatto riconducibile a noti imprenditori, accusati di bancarotta fraudolenta aggravata, da tempo attivi nel commercio all’ingrosso e al dettaglio di materiali edili. Ora si è concluso il processo di primo grado con il Tribunale di Lamezia Terme che ha condannato Vincenzo Pungitore e Francesco Pungitore rispettivamente condannati a 3 anni di reclusione, mentre Giuseppe Pungitore ha ricevuto una pena di 3 anni e 6 mesi. I due erano assistiti dall’avvocato Massimiliano Carnovale. Il Tribunale, invece, ha assolto Francesco Pungitore, difeso dall’avvocato Michele Cerminara.
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Durante la fase istruttoria, era stato disposto un sequestro preventivo di beni per un valore di 5 milioni di euro, relativi a società che, secondo le ipotesi iniziali dell’accusa, sarebbero state utilizzate per proseguire le attività imprenditoriali. Tuttavia, la Corte di Cassazione, chiamata a esprimersi in sede cautelare, aveva annullato il sequestro, sostenendo l’assenza di un collegamento tra la società fallita e quelle di nuova costituzione, restituendo quindi i beni agli imputati.
Inoltre, il Tribunale ha stabilito una condanna per il risarcimento dei danni in favore della curatela della società fallita, rappresentata dall’avvocato Aldo Ferraro.