Mar. Lug 16th, 2024

Legambiente critica la Regione Calabria: «Decisione sbagliata che privatizza beni della collettività»

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Legambiente si oppone fermamente alla decisione della Regione Calabria di non applicare la direttiva Bolkestein, che richiede la riassegnazione delle concessioni demaniali marittime tramite gare pubbliche. La scelta, secondo l’associazione, viola le norme europee e gli orientamenti giurisprudenziali, aprendo la strada a un’ulteriore privatizzazione delle spiagge, risorse pubbliche che dovrebbero rimanere accessibili a tutti.

Il Consiglio di Stato, con la sentenza del 20 maggio 2024, ha ribadito l’obbligo di assegnare le concessioni balneari attraverso procedure comparative, in linea con la direttiva Bolkestein e l’articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Nonostante ciò, la giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, ha deciso di non applicare la direttiva, affermando che non vi è scarsità della risorsa spiaggia in Calabria. Questa decisione ha ottenuto consensi nel mondo imprenditoriale e politico, ma ha scatenato la dura reazione di Legambiente.

Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, sostiene che questa scelta è insensata e limita i diritti della collettività. L’idea di aprire nuove aree costiere a stabilimenti balneari, secondo Parretta, è antistorica e scientificamente errata, basata su una logica di sfruttamento delle risorse naturali. Legambiente insiste sulla necessità di limitare l’occupazione delle spiagge e di assegnare le concessioni esistenti seguendo rigorosi criteri di sostenibilità ambientale e sociale, per salvaguardare gli arenili e le acque marine da inquinamento e degrado.

La direttiva Bolkestein, approvata dall’Unione europea nel 2006 e recepita in Italia nel 2010, mira a garantire parità di accesso ai mercati dell’UE. Nonostante le richieste dell’Europa di fermare i rinnovi automatici delle concessioni, l’Italia non ha ancora pienamente adempiuto a queste disposizioni, rischiando gravi sanzioni economiche. La Calabria, con 614 km di spiagge e un alto numero di concessioni demaniali, rappresenta un caso emblematico di questa situazione.

Secondo il “Rapporto Spiagge 2023” di Legambiente, la Calabria è tra le regioni più a rischio in Italia per vari problemi, tra cui l’abusivismo edilizio e l’erosione costiera. Il rapporto sottolinea la necessità di un rigoroso controllo ambientale sulle concessioni e denuncia la trasformazione degli stabilimenti balneari in locali che occupano permanentemente il demanio.

Legambiente conclude che la soluzione non può essere quella di cedere ulteriori spiagge, sottraendole all’uso libero e gratuito della collettività, ma piuttosto di promuovere un modello basato su investimenti sostenibili e di qualità, proteggendo al contempo l’ambiente e garantendo la trasparenza e l’imparzialità nelle assegnazioni delle concessioni.

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