Gio. Ago 15th, 2024

“La sconfitta elettorale brucia molto non per i numeri ma perché la Meloni è presidente del consiglio perché se devo guardare i numeri usciamo da un’elezione nella quale Salvini ha perso il 75% dei voti, i 5 Stelle il 50% e sembra che Conte abbia vinto le elezioni, Salvini resta al suo posto mentre in qualsiasi partito un risultato del genere avrebbe decretato la fine di un incarico dirigenziale. L’unico problema è il Pd che ha avuto sì un risultato elettorale modesto, con una partecipazione più bassa rispetto al passato, ma soprattutto perché ha vinto la Meloni. Ecco perché avvertiamo l’esigenza di una svolta per contrastare questa destra che è pericolosa”. Sono le parole di Piero Fassino, ex segretario nazionale del Pd, che questo pomeriggio ha incontrato gli iscritti per sostenere la mozione Bonaccini in vista delle primarie del partito in programma il 26 febbraio prossimo.

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Fassino in Calabria per sostenere Bonaccini

Davanti ad una folta platea e ai dirigenti locali della formazione politica, l’esponente dem ha affrontato vari temi partendo, com’era ovvio, proprio dalle primarie: “Bonaccini è una persona che ha sempre respirato politica perché l’ha vissuta costantemente e con ruoli importanti. È un uomo che ha dimostrato di avere capacità di governo con l’esperienza di presidente della Regione Emilia-Romagna. E ricordiamoci che la prima volta che si presentò, sei anni fa, è vero che vinse, ma alle urne andarono a votare il 37% dei cittadini. Quando si ripresentò cinque anni dopo la percentuale salì al 70%. Questo che significa? Che la sua azione di governo ha recuperato il rapporto di credibilità e di fiducia con i cittadini. Le nostre strutture sono molto più deboli che in passato anche per via di alcune sciocchezze che abbiamo commesso, tra cui l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, o di aver ridotto i parlamentari e questo crea un problema: perché il candidato che vince viene votato dalla gente di un collegio di 2,2 milioni di elettori, due o tre province, oltre 150 comuni e ciò implica una impossibilità a mantenere un rapporto con gli elettori. In questo modo si è allontanato gli eletti dagli elettori, non li abbiamo avvicinati. Il tema vero che ha davanti Bonaccini è la ricostruzione di un partito e se guardo ai candidati in campo Bonaccini è quello che certamente ha le caratteristiche, l’esperienza e il profilo per fare questo”.

“Un quarto degli elettori ha cambiato voto ad ogni tornata”

Nel corso del suo intervento, più volte applaudito, Fassino ha affrontato anche temi di carattere nazionale: “Questa sera e domani – ha rilevato – saremo sotto l’ubriacatura del viaggio del presidente del consiglio a Kiev. Ha fatto bene, indubbiamente, ma questo non può nascondere tutto il resto: l’isolamento che abbiamo in Europa, il modo sciagurato con cui hanno gestito la vicenda del superbonus, e che il bilancio taglia su voci di spesa importanti, sull’aggressività politica che hanno alimentato, soprattutto in queste ultime settimane con la vicenda Cospito”. Poi una riflessione sulla migrazione del voto: “Tra quelli che hanno continuato a votare, un quarto ha cambiato preferenza ad ogni appuntamento elettorale. Questa migrazione è la spia di una società che chiedere rassicurazioni ad un partito e se questo non le dà allora il cittadino è naturale che cambi. Siamo di fronte quindi ad una società inquieta, impaurita e questo si è tradotto in un atteggiamento di distanziamento dalla politica che ha colpito tutti, e quindi anche noi, forse più di altri. La parte popolare è quella che ha sofferto di più che guardava con riferimento a noi”.

Come recuperare la fiducia degli elettori

Come fare quindi per recuperare la fiducia dell’elettorato? Per l’ex segretario del Pd la piattaforma di Bonaccini “risponde a questo quesito: restituire dignità al lavoro che nel corso degli anni è stato svilito da punto di vista del salario: l’80% dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato ha un reddito mensile medio che sta in una forchetta tra 1500 e 1700 euro. Togliendo le spese di circa 600 euro il conto è presto fatto. E sta ovviamente peggio chi ha un lavoro a tempo determinato. C’è un grande problema, quindi, della ridistribuzione della ricchezza che non è stato affrontato, e di diseguaglianza tra chi ha e chi non ha, o chi ha molto e chi ha meno. Su questi punti bisognerà intervenire in modo massiccio”. Infine un accenno alla sanità: “Il tema della sanità è centrale. La sanità pubblica va difeso perché questa destra che è al governo ha in testa una strategia di privatizzazione della sanità. Noi siamo un Paese nel quale quando si entra in un ospedale chiedono la carta d’identità e non vogliamo diventare una nazione nella quale appena si accede ad un nosocomio si chiede la carta di credito”. (f.p.)

CALABRIA 7

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