Mer. Ago 7th, 2024

L’autore dialoga con il giornalista Filippo Veltri esplorando le sfumature dell’infanzia al Sud tra memoria e trasformazione

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Nei giorni scorsi, a Roccella Ionica, si è tenuta la presentazione del libro “Inventario delle ombre. Racconti di un’infanzia al Sud” scritto da Domenico Talia. L’evento, organizzato dal Circolo di Lettura dell’Ara, è stato ospitato all’interno del ciclo dei Caffè Artistico Letterari 2024, un contenitore culturale che punta a promuovere l’incontro tra letteratura e territorio.

Durante la serata, Domenico Talia ha dialogato con il giornalista Filippo Veltri, esplorando i temi profondi e personali che attraversano la sua opera. Il libro, una raccolta di racconti, offre uno spaccato dell’infanzia vissuta al Sud tra ombre e luci, nostalgia e ricordi, dipingendo un affresco intenso della vita in Calabria.

Il pubblico presente ha mostrato grande interesse, partecipando attivamente alla discussione e dimostrando quanto la narrativa di Talia sia capace di toccare corde universali pur rimanendo profondamente radicata alla terra d’origine. Al termine della presentazione, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare lo stesso Domenico Talia, che ci ha raccontato come è nato questo libro e cosa significhi per lui raccontare le storie della sua infanzia.

“È il libro dei ricordi di un ragazzino cresciuto nella Locride, tra l’Aspromonte e il mare. Io sono di Sant’Agata del Bianco e quindi racconto il tempo di una volta, il tempo di prima, in cui io sono cresciuto. Quando da noi c’era ancora, diciamo, una civiltà contadina che nel tempo poi si è trasformata. Gli anni delle trasformazioni negli anni ’60 e ’70, quando quasi tutto è cambiato.”

Abbiamo poi chiesto a Talia cosa colpisce di più di quei tempi rispetto a oggi, considerando che insegna all’Università della Calabria (Unical) e ha a che fare con molti giovani calabresi. “Quelli erano gli anni delle grandi migrazioni verso il nord. Il boom economico portava molte persone al nord e avevamo compagni di scuola che ci lasciavano quasi quotidianamente. La migrazione purtroppo non si è risolta ancora, però adesso abbiamo tanti giovani calabresi che studiano in Calabria, si laureano qui e hanno buone possibilità di rimanere. Hanno voglia di rimanere, alcuni anche tornano, e questo è molto importante.”

Infine, abbiamo parlato delle differenze tra i contenuti del libro e le sue materie di insegnamento, considerando che si occupa di intelligenza artificiale. “Beh, sì, sono distanti. Quello che racconto è l’infanzia di un mondo contadino, mentre adesso mi occupo di intelligenza artificiale. Però, se le tecnologie di oggi servissero anche a recuperare la cultura del passato, potrebbero essere vicine. L’intelligenza artificiale ha un margine di errore ancora troppo alto per essere usata con serenità. È una tecnologia straordinaria ma su cui dobbiamo stare molto attenti. Anche gli umani sbagliano, ed è un prodotto umano, quindi sbaglia. Ma può darci vantaggi enormi in tanti settori e dobbiamo essere capaci di sfruttarli, soprattutto noi che nel Sud abbiamo delle difficoltà che potremmo colmare attraverso queste nuove tecnologie.”

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