Parroco di Forcella, da sempre è impegnato nella lotta alla camorra.
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“Da 17 anni don Luigi ha scelto di vivere il suo ministero di parroco del rione napoletano di Forcela anche come un atto di resposabilità sociale nei confronti dei giovani, degli emarginati, di denuncia permanente delle ingiustizie e di resistenza non violenta al potere criminale. Quest’impegno individuale, che nella Fondazione ha sempre rappresentato anche un impegno associativo e che trae linfa dall’esempio di Angelo, è la ragione per cui abbiamo scelto di premiare don Luigi, certi che il suo esempio sarà un esempio efficace per la nostra attività futura e per quanti avranno modo di conoscerlo anche attraverso questo piccoo gesto”:
Sono questi due dei passaggi della motivazione con la quale la Fondazione “Angelo Frammartino” ha inteso gratificare il sacerdote partenopeo, in occasione della decima edizione del Premio intitolao a ventiquattrenne di Monterotondo, in provincia di Roma, figlio di due insegnanti di Caulonia. Il 10 agosto 2006 Angelo fu assassinato con un copo di pugnale alle spalle: lo uccise un suo coetano a Gerusalemme, dove si trovava in missione di pace.
Il tema proposto dall’istituzione sorta nella sua memoria – come pure a lui è intitolata la villa comunale di Marina di Caulonia dove, come sempre, si celebra l’evento – era “Pace è inclusione”. E, a tavolo dei lavori con la dottoressa Teresa Franco che li ha introdotti e coordinati, e don Luigi Merola c’era pure Filippo Aragona, giudice presso il Tribunale di Reggio Calabria.
Don Merola, da sempre è impegnato nella lotta alla camorra e, soprattutto, col suo modo di fare, divertente e simpatico ma allo stesso tempo serio, nel recupero dei bambini “di strada”, si è soffermato sulla sua lotta che quotidianamente conduce alla criminalità organizzata a favore della libertà delle persone più deboli.
Il magistrato reggino ha invece relazionato sui concetti di diritto, legalità, giustizia, inclusione, ricostruendo un’ampia prospettiva storica e culturale.
Un incontro che è valso come ha chiarito Piero Angelo Frammartino, presidente del sodalizio e cugino della giovane vittima “a far riflettere i tanti ragazzi che collaborano con la Fondazione, ma anche per le molte realtà associative e di volontariato del territorio”.
(fonte gazzetta del sud)