Mar. Set 17th, 2024

Inchiesta “Tre croci”, 38 persone accusate di associazione mafiosa e traffico di droga

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Avrebbero fatto uscire dal porto di Gioia Tauro quintali di cocaina attraverso un sofisticato metodo di individuazione e di occultamento dei carichi. La squadra di portuali infedeli e narcos, finiti nell’inchiesta della Gdf denominata “Tre croci”, dovranno affrontare il processo così come richiesto dalla procura antimafia di Reggio Calabria. Nella giornata di ieri, infatti, l’ufficio diretto dal procuratore capo Giovanni Bombardieri ha chiuso le indagini nei confronti delle 38 persone rimaste coinvolte nell’operazione eseguita all’alba del 6 ottobre dello scorso anno.
In carcere sono finiti Vincenzo Giuseppe Albanese, Galliano Aseo, Salvatore Bagnoli, Domenico Bartuccio, Rosario Bonifazio, Vincenzo Brandimarte, Salvatore Cananzi, Salvatore Copelli, Alessandro Cutrì, Salvatore Dell’Acqua, Girolamo Fazari, Santi Fazio, Roberto Ficarra, Francesco Giovinazzo, Domenico Gulluni, Domenico Iannaci, Rocco Iannizzi, Vincenzo Larosa, Domenico Longo, Giuseppe Papalia, Renato Papalia, Damiano Rosarno, Pasqualino Russo, Pasquale Sergio (funzionario dell’Agenzia delle Dogane,) Antonio Sciglitano, Filippo Strano, Nazareno Valente, Antonio Zambara, Franco Barbaro, Antonio Bruzzaniti, Bartolo Bruzzaniti, Bruno Carbone, Domenico Cutrì, Raffaele Imperiale. Ai domiciliari, invece, Francesco Gullace; Michele Silvano Mazzeo. Associazione mafiosa e traffico internazionale di droga sono le principali accuse che la Dda reggina muove agli indagati.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, al vertice dell’organizzazione ci sarebbero stati i napoletani Raffaele Imperiale, Bruno Carbone e i fratelli Bartolo e Antonio Bruzzaniti. I vertici si avvalevano in Calabria con una «specifica struttura operativa – si legge nel decreto chiusura indagine – composta anche da squadre di operatori portuali infedeli, dotata di elevatissime disponibilità finanziarie allo scopo…di reperire e acquistare all’estero, importare, trasportare in Italia attraverso navi cargo in arrivo al porto di Gioia Tauro nonché commercializzare ingenti quantitativi di» cocaina.

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