Sab. Ago 10th, 2024

Nella pittoresca cornice del Forte San Jachiddu, il Parco ecologico che si affaccia sullo Stretto di Messina, si è tenuta una due giorni di discussione e confronto tra i movimenti contrari al Ponte sullo Stretto. Questi attivisti, riuniti sotto l’egida del “No Ponte”, hanno delineato tre vie di resistenza contro l’opera imponente che si preannuncia.

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Le Tre Vie della Resistenza

  1. La Via Giudiziaria: I leader nazionali della Sinistra hanno avviato una procedura legale presentando un esposto alla Procura di Roma. Angelo Bonelli (Verdi), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) e Elly Schlein (Pd) hanno messo in atto questa strategia per contrastare il progetto.
  2. I Contenziosi e i Ricorsi: Questa via riguarderà principalmente la fase degli espropri. Gli attivisti si preparano a impugnare legalmente ogni passo che coinvolge requisizioni di terreni e proprietà.
  3. La Via della Resistenza: Il punto più delicato. Quando i cantieri del Ponte e delle opere collegate inizieranno davvero, cosa faranno gli oppositori? Si incateneranno all’ingresso delle aree di cantiere? Utilizzeranno metodi di lotta simili a quelli adottati durante la battaglia anti-Tav in Piemonte? Potrebbero arrivare forze antagoniste nazionali e internazionali?

La lotta come antidoto al disastro annunciato: “Difenderemo lo Stretto dai signori del cemento” è il motto che risuona tra gli attivisti. Palmira Mancuso (Coordinatrice Regionale di Più Europa), Anna Giordano (Wwf), Mariella Valbruzzi (“No Ponte Capo Peloro”), Elio Conti Nibali (“Invece del Ponte”) e l’avvocato Carmelo Briguglio (difensore degli interessi dei cittadini espropriati) sono solo alcuni dei protagonisti di questa battaglia.

L’opposizione al Ponte sullo Stretto si fa sempre più articolata e determinata. La promessa è chiara: battaglia legale e resistenza. Il futuro dell’opera è ancora incerto, ma la volontà di difendere il territorio prevale.

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