Mar. Lug 16th, 2024

Il Rosatellum bis è legge. Ma nel partito calabrese l’unica certezza è il posto blindato del ministro dell’Interno. I consiglieri regionali più forti potrebbero affrontare gli uninominali. Gli altri sgomitano per i listini. Tutti i nomi degli aspiranti parlamentari

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Certo, come le stelle e la terra, è che Marco Minniti sarà candidato (ed eletto) in uno dei listini bloccati (probabilmente il Senato). Nessuno, tra i big del Pd, mette in discussione questo dogma, quasi una verità trascendente. Ma è l’unica. Perché, per quanto riguarda il resto delle candidature, nel partito di Renzi è scoppiato il caos. Voci, indiscrezioni, speranze: ma, a parte il posto “riservato” del ministro dell’Interno, nessuno al momento sa dire come saranno composte le liste per le prossime politiche.
Il Rosatellum bis, approvato definitivamente grazie al voto di ieri in Senato, è per certi versi ancora un enigma da decifrare, soprattutto per quei dem che possono contare su consensi solidi e che devono valutare se sia o meno conveniente esporsi nei collegi uninominali piuttosto che optare per il listino plurinonimale.
Il Pd, d’altro canto, ha bisogno ora più che mai dei suoi big per scongiurare ciò che tutti i sondaggi riservati danno ormai per certo: il partito, in Calabria (almeno per quel che riguarda la Camera) non porterà a casa nemmeno un seggio all’uninominale. Lo certifica una simulazione (diffusa da Repubblica) realizzata da un funzionario di Montecitorio, lo confermano altri due studi che, nelle ultime ore, sono finiti sulle scrivanie di molti maggiorenti calabresi. Uno è quello dell’Istituto Cattaneo: 7 collegi a disposizione e nessun deputato pd eletto. L’altro è una sorta di sintesi, elaborata dalla segreteria nazionale del partito, tra i sondaggi di Cattaneo, Swg e Ghisleri: il risultato è zero, ancora.
Logico, allora, che l’esercito degli aspiranti parlamentari voglia tenersi al largo dall’uninominale per cercare collocazione nei listini su cui sarà lo stesso Renzi, con ogni probabilità, ad avere l’ultima parola.

GLI USCENTI La corsa verso il Parlamento, malgrado manchino circa 7 mesi al voto, è comunque già partita. E la battaglia in casa pd – è facile prevederlo, alla luce delle ultime rilevazioni – lascerà sul terreno morti e feriti. Ogni ipotesi è facilmente confutabile, visto che le carte in tavola possono cambiare da un momento all’altro a seconda delle alleanze (cioè delle coalizioni) che Renzi potrebbe siglare, tra cui quella con Ap.
Restano, però, le aspirazioni di chi vorrebbe scendere nell’agone e già da ora sgomita per farsi spazio.
A cominciare da tutti i deputati uscenti. Sono a caccia di una riconferma Bruno CensoreStefania CovelloEnza Bruno BossioSebastiano BarbantiFerdinando AielloNicodemo Oliverio e, ovviamente, il segretario regionale, Ernesto Magorno (Demetrio Battaglia ha invece già manifestato l’intenzione di non ricandidarsi). Nessuno di loro, tuttavia – secondo le previsioni dei dirigenti calabresi del partito –, sembra avere la forza elettorale per affrontare il corpo a corpo dell’uninominale. Proprio per questo gli uscenti cercheranno rifugio in uno dei due ristretti listini calabresi (che possono essere composti da 2 a 4 nomi).

I CONSIGLIERI All’uninominale, secondo il principio del first past the post, basta un solo voto in più dell’avversario per ottenere un seggio blindato. Ecco allora che, per salvare la baracca, il Pd potrebbe far scendere in campo i consiglieri che, alle ultime elezioni regionali, hanno fatto il pieno in termini di preferenze. Al presidente del Consiglio Nicola Irto e al capogruppo Sebi Romeo, in tal senso, sarebbe già stata chiesta la disponibilità per le candidature nei probabili due collegi della provincia di Reggio (nelle prossime settimane sarà il Viminale a definire la mappa completa in tutta Italia). Lo stesso vale, a Cosenza, per Carlo Guccione – che, dopo il congresso provinciale unitario, potrebbe essere supportato in modo compatto da tutto il partito – e, a Catanzaro, per Vincenzo Ciconte. Il rischio è alto, e dunque – dato che il Rosatellum lo permette – non è escluso che chi accetterà la sfida dell’uninominale possa essere schierato anche nei listini bloccati del proporzionale. E questo non farebbe altro che ridurre lo spazio vitale di tutti gli altri aspiranti. Anche perché non è inverosimile che Renzi voglia inserire nei “quartetti” alcuni esponenti della società civile. E infatti tra i dem calabresi si ripete spesso il nome di Vincenzo Linarello, il patron del Consorzio Goel che, pochi mesi fa, è stato una delle mete calabresi dell’ex presidente del Consiglio.

LANZETTA E MARCIANÒ Chi spera in un posto – con pieno diritto, visto che è componente della segreteria nazionale – è Angela Marcianò, l’ex assessore di Reggio “sfiduciata” dal sindaco Falcomatà. Il suo inserimento nel listino della Calabria Sud è dato per scontato da tutti gli addetti ai lavori, anche in considerazione del fatto che il Rosatellum prevede che ciascuno dei due sessi non possa rappresentare più del 60% dei candidati di un listino bloccato. Proprio le “quote di genere” potrebbero giocare a favore di Maria Carmela Lanzetta. L’ex ministro, secondo diversi rumors, sarebbe pronta a lasciare di nuovo la farmacia di Monasterace per ritentare la scalata verso Roma.
Anche Demetrio Naccari Carlizzi, ex assessore regionale e già sindaco di Reggio, starebbe valutando le condizioni per una candidatura alla Camera o, in alternativa, al Senato.

E CATANZARO? A premere per un posto in lista sarebbe soprattutto il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno. Come lui, anche l’ex numero uno di Palazzo Campanella Antonio Scalzo. Sul fronte cotronese, nel solco dei possibili “apparentamenti” col Pd, potrebbe tentare il salto alla Camera la consigliera regionale Flora Sculco, che da qualche settimana ha siglato una pax (armata?) con il governatore Mario Oliverio.
Un pensierino, sul versante cosentino, lo avrebbero fatto anche i due presidenti delle commissioni Bilancio e Ambiente, Giuseppe Aieta e Domenico Bevacqua, oltre che il consigliere provinciale Graziano Di Natale.
Per tutti, tra i desideri e la realtà, esiste un abisso. Troppe le variabili e troppo imprevedibili le evoluzioni politiche da qui alla presentazione ufficiale delle candidature. La possibile coalizione con Ap, ad esempio, rivoluzionerebbe ogni prospettiva e smorzerebbe molte ambizioni dalle parti dei dem. E consegnerebbe un’altra certezza: la candidatura blindata del sottosegretario Tonino Gentile a scapito di qualche esponente del Pd.
Dal canto suo, mentre lo scenario evolve e muta, il governatore sta alla finestra. Non pare tuttavia del tutto disinteressato. C’è anzi chi giura che sia pronto a lasciare la Regione in anticipo per tornare in quella che è stata la sua casa per 20 anni: il Parlamento. Ma queste sono solo indiscrezioni che, per adesso, non trovano alcun fondamento concreto.

(FONTE CORRIERE DELLA CALABRIA)

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