Nell’attesa che i lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto prendano avvio, una serie di polemiche ha già scosso l’opinione pubblica, culminando in un esposto presentato da esponenti del Partito Democratico, Verdi e Sinistra Italiana. L’esposto non riguarda direttamente l’opera in sé, ma piuttosto l’attività della Stretto Spa, la società incaricata della sua gestione, riportata in vita attraverso il Decreto Ponte.
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La decisione del Governo di revocare un contenzioso con il consorzio Eurolink per 700 milioni di euro, nonostante una sentenza favorevole allo Stato, ha sollevato interrogativi sulla trasparenza del processo decisionale. Inoltre, la mancanza di divulgazione di documenti fondamentali relativi al progetto, che coinvolge impegni finanziari per lo Stato per un totale di 14,6 miliardi di euro, ha alimentato ulteriori sospetti.
Il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha denunciato una serie di presunte irregolarità, inclusa la riassegnazione del progetto allo stesso consorzio senza una nuova gara d’appalto. L’opacità sui finanziamenti e i dubbi sulla fattibilità tecnica del progetto hanno sollevato critiche anche da parte di esperti internazionali.
L’opposizione teme che il progetto possa comportare uno spreco di risorse pubbliche e minacciare fondi destinati allo sviluppo del Sud Italia, come quelli provenienti dal Fondo sviluppo e coesione. Con l’esposto presentato presso la Procura della Repubblica di Roma, si apre un nuovo capitolo nella battaglia per la trasparenza e la corretta gestione delle risorse pubbliche.
La controversia intorno al Ponte sullo Stretto promette di diventare sempre più accesa, mentre politica e giustizia si preparano a confrontarsi sul futuro di questa ambiziosa infrastruttura.