Il penalista era collegato in videoconferenza dal carcere di Nuoro Nei documenti portati dall’accusa anche alcuni tabulati telefoniciDiscussa la posizione anche dell’avvocato Francesco Stilo che ha rilasciato spontanee dichiarazioni
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Botta e risposta tra accusa e difesa nel primo confronto tra la Dda e il collegio difensivo che assiste l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli, in carcere con l’accusa di associazione mafiosa nell’ambito della maxi inchiesta Scott Rinascita. L’udienza davanti al tribunale del Riesame è durata oltre 5 ore e proseguita fino a notte quando collegato in videoconferenza dal carcere di Nuoro lo stesso Pittelli ha preso la parola per contestare le pesanti accuse che gli vengono mosse. Ipotesi che ieri la Dda ha confermato depositando nuovi atti, tra cui i verbali del pentito Vincenzo Marino e alcuni tabulati telefonici. Davanti al collegio, presieduto dal giudice De Gregorio, lunghe e articolate le arringhe degli avvocati Salvatore Staiano e Guido Contestabile che, compongono il collegio difensivo assieme agli avvocati Enzo Galeota e Fabrizio Costarella. I legali hanno contestato la ricostruzione della Dda chiedendo la scarcerazione del loro assistito. Poi la parola è passata ai due pm Antonio De Bernardo e Annamaria Frustaci. I giudici si sono riservati la decisione che potrebbe essere resa nota già nelle prossime ore. La Dda aveva inizialmente chiesto nei confronti di Pittelli la misura cautelare in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa ma il gip ha aggravato la sua posizione ipotizzando il reato di associazione mafiosa. Per il gip Barbara Saccàl’ex parlamentare sarebbe «un soggetto a disposizione dei boss» e in particolare di Luigi Mancuso, “il supremo”. Nella sua ordinanza afferma che Pittelli «mette a disposizione dei pezzi grossi della ‘ndrangheta le sue conoscenze ai livelli apicali in ambito medico, universitario e, in generale, in ogni settore della società civile». Conoscenze che derivano anche dalla sua appartenenza alla massoneria.
Nella giornata di ieri i due collegi del Riesame hanno affrontato le posizioni di sessanta indagati. Ieri è comparso davanti ai giudici l’avvocato Francesco Stilo che, assistito dagli avvocati Piero Chiodo e Paola Stilo, ha fatto spontanee dichiarazioni difendendo la correttezza del suo operato. Intanto dopo le udienze dei giorni scorsi sono state rese note alcune decisioni. Il Tdl, tra gli altri, ha rigettato l’istanza di scarcerazione prodotta dall’avvocato Diego Brancia per l’ex assessore vibonese all’Ambiente Vincenzo De Filippis, difeso dall’avvocato Diego Brancia. Sono stati concessi i domiciliari a Domenico Crudo, confermato il carcere invece per Francesco Vardè mentre ritorna in libertà Matteo Famà. Sono stati trasferiti per competenza al Tribunale di Vibo gli atti per altri due indagati, Michele Staropoli, 28 anni e Rita Pasqualino, 51 anni di Ionadi, difesi dall’avvocato Di Renzo.