Mar. Lug 16th, 2024

Soccorsi al lavoro per recuperare altri 3 escursionisti, ora dispersi. Erano 36 le persone che si erano avventurate intorno al fiume Raganello, in una zona di gole e canyon. Ventitré i salvi

Dieci escursionisti sono morti nelle gole del Raganello a Civita (Cosenza), nel Parco del Pollino, in seguito alla piena di un torrente dopo le violente piogge. Tra le 23 persone tratte in salvo dai soccorritori 7 sono state medicate sul posto, altre 7 sono state portate in ospedale, tra cui una bimba in ipotermia. Ancora 3 persone risultano disperse. L’area circostante il fiume è caratterizzata da grotte e canyon.

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Ancora al lavoro per cercare i dispersi i vigili del fuoco, i carabinieri forestali, il corpo nazionale del soccorso alpino e personale del 118. Le persone colte dalla piena stavano effettuando una discesa a piedi del torrente, altri stavano percorrendo le gole e le grotte. Costantemente in contatto con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, sta seguendo la vicenda da vicino anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciola è sul posto per capire se ci siano risvolti penali nella faccenda.

Due gruppi di escursionisti colpiti dalla piena – In tutto gli escursionisti erano 36, provenienti in particolare da Brescia, Bergamo, Milano, ed erano suddivisi in due gruppi di 18 persone. Essendo l’accesso del parco libero, non si può ancora sapere per certo se al momento della piena ci fossero ancora altre persone. 

Torri-faro per le ricerche notturne – Proprio la Protezione civile della Calabria ha inviato nelle gole del Raganello alcune torri-faro per illuminare la zona nella notte e consentire ai soccorritori di continuare le ricerche  che “proseguiranno per tutta la notte”, come ha affermato il capo della Protezione civile calabrese Carlo Tansi.

Tra i feriti una 24enne calabrese e un olandese – Tra i feriti ci sono una ragazza di 24 anni di Trebisacce e un cittadino di nazionalità olandese che ha riportato la frattura del bacino.

Ministro Costa: “Addolorato per questa tragedia” – In riferimento alla tragedia verificatasi per la piena del torrente Raganello nel Parco nazionale del Pollino, il ministro dell’ambiente, Sergio Costa, in una dichiarazione, si è detto “addolorato per questa tragedia che colpisce degli escursionisti che, come tanti altri, visitavano un parco nazionale”. “Sono in costante contatto – aggiunge Costa – col presidente del Parco Domenico Pappaterra e col direttore Giuseppe Melfi. I carabinieri forestali, i vigili del fuoco e il Soccorso Alpino stanno scandagliando senza sosta il fiume alla ricerca dei dispersi. A loro va in questo momento il mio più grande incoraggiamento e il più grande grazie”.
 

«Mai vista l’acqua così alta»

Sconforto e desolazione tra i familiari dei dispersi e delle vittime della tragedia del Raganello. «Sono stati trascinati per più di un chilometro». I soccorritori continuano le ricerche mentre cala il buio

 Il bilancio delle vittime si aggiorna di minuto in minuto. I soccorritori non si sbilanciano e la notte cala tra i monti del Pollino. Il rumore del torrente Raganello non mette pace alle lacrime di chi aspetta con impazienza che i soccorritori diano delle notizie. Facce come sfingi quelle del soccorso alpino calabrese, non da meno quelle dei colleghi vigili del fuoco. «L’acqua così alta non si vede neanche nel mese d’inverno». Gli anziani di Civita sono illuminati dalla luce della torre dei soccorsi. A valle del torrente Raganello familiari delle vittime e dei dispersi si rifugiano. «Mamma ti prego, non piangere, fallo per me», sconforto e consolazione sono indistinguibili.

 

L’ASSEMBRAMENTO A valle del Raganello i soccorritori sono fissi in due punti, non si spostano neanche quando il buio li avvolge. Fanno da picchetto ai corpi che dalle gole vicine al centro di Civita, privi di vita, sono arrivati fino alla vallata. «Sono stati trascinati per più di un chilometro», dicono i residenti che conoscono bene la gola. «Una massa d’acqua che non possiamo nemmeno chiamare bomba», continuano. «È arrivata negli agrumeti, non succedeva neanche in inverno». Nel frattempo i soccorritori, approfittando anche del buio, provvedono a recuperare le prime salme seguendo le disposizioni del procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla.

Il boato prima della strage. «E’ stato l’inferno»

Acqua e detriti hanno travolto tutto nelle gole del Raganello. Almeno 10 i morti. Il capo della Protezione civile Tansi: «La morfologia del torrente non ha lasciato scampo». In salvo 23 persone, tra cui una bambina in ipotermia, diversi i dispersi. La testimonianza di un escursionista olandese: «È arrivata una valanga d’acqua all’improvviso, non abbiamo avuto il tempo di fare nulla»

 I numeri, ancora provvisori, sono quelli di una strage: 10 vittime individuate, diversi dispersi e 23 persone salvate nelle gole del Raganello. Il primo, drammatico bilancio arriva dopo ore di angoscia. Dopo che il numero delle vittime è cresciuto: prima una, poi cinque, quindi dieci. Ma i numeri non sono, purtroppo, definitivi. Tra le persone tratte in salvo sette sono state portate in ospedale (tra le quali una bambina, e non un bambino come riferito in un primo momento, in stato di ipotermia), altre sette sono state medicate sul posto, mentre nove ne sono usciti incolumi. Secondo i dati raccolti, erano due i gruppi impegnati nell’escursione, ciascuno composto da diciotto persone. La Prefettura di Cosenza ha istituito un numero telefonico per fornire informazioni ai familiari delle persone rimaste coinvolte. Il numero è 0984-8980651
«Dobbiamo capire quante persone siano state travolte da questa ondata di piena», diceva nel pomeriggio Carlo Tansi a SkyTg24. Il direttore della Protezione civile regionale sapeva che non è facile ottenere la contabilità degli escursionisti che si trovavano sul percorso al momento della tragedia.

 

COSA E’ SUCCESSO Tecnicamente l’evento che ha causato la strage è un’ondata di piena istantanea, un flash flood. Sarebbe partita nella parte alta della montagna a causa delle piogge che avrebbero ingrossato il torrente. I residenti hanno sentito un boato, «come un terremoto», poi acqua e detriti hanno travolto tutto, arrivando a valle: il resto lo ha fatto la morfologia del fiume. «Una fenditura – spiega Tansi – riempita da quella scarica di acqua che ha travolto tutto. I corpi potrebbero anche essere stati trascinati a valle, verso il mare. Le vittime sono state trovate proiettate a 3 km dal punto d’impatto con l’acqua nelle gole». I flash flood sono pericolosi soprattutto in scenari naturali come i canyon, perché un temporale avvenuto anche a chilometri di distanza può trasformarsi in un’onda improvvisa e devastante, fino a saturare le gole, senza lasciare via di scampo.

«E’ STATO L’INFERNO» Prova a raccontarlo un escursionista olandese. Piange, ha una vistosa benda sulla testa. Si sente un sopravvissuto: «E’ arrivata una valanga d’acqua all’improvviso. Non abbiamo avuto il tempo di fare nulla. Sono stato davvero fortunato. Una cosa incredibile, l’inferno. Sono davvero senza parole e piango le persone che non sono riuscite a salvarsi». Sul posto stanno operando circa 70 persone tra Soccorso alpino, Protezione civile regionale e volontari, vigili del fuoco. E la Protezione civile sta allestendo una unità per l’assistenza psicologica dei familiari dei dispersi. È uno scenario tremendo, alimentato a lungo dall’incertezza sul numero di eventuali dispersi. La Protezione civile sta inviando delle torri faro nelle Gole. Serviranno a illuminare la zona durante la notte per proseguire le ricerche di eventuali dispersi e dei corpi delle vittime della tragedia.

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