Mer. Nov 20th, 2024

Verso il voto: il comune che da anni “rifiuta” di eleggere il sindaco. L’avvicinarsi alla scadenza di prima ancora non “riscalda” la cittadinanza

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Per San Luca il 2019 sarà l’anno della svolta? L’anno della possibile elezione del sindaco dopo sei anni di gestione commissariale ? Lo doveremmo capire da qui a poco, anche se per il momento le possibilità sono affidate alla candidatura del massmediologo Klaus Davi e dell’ di Reggio Calabrua, Francesco Anoldo. I quali in un confronto aperto e diretto che ha avuto come teatro l’aula consiliare, hanno cercato di spiegare ai pochi sanluchesi prsenti, i motivi della loro scelta. E non perchè siano pregiudizi nei confronti dei due candidati, che non sono del posto, ma perchè la gente di San Luca ha scelto di stare sull’aventino e lasciare il palazzo municipale alla gestione di un commissario fino a quando non sarà messa mano e riveduta la legge sullo scioglimento dei comuni. Un virus che proprio in questi giorni si è abbattuto anche sulla vicina Careri, sciolta anche questa per infiltrazioni mafiose, e è insediato anche ad Africo, sono forma di omissione d’accesso che dovrà stabilire, entro tre mesi, se anche quel comune è affetto di “ndranghetite”.
La novità, se di novità possiamo parlare è data dal fato che voci di corridoio, esterne però alla comunità di San Luca, danno quasi per sicura una terza lista, addirittura in quota Lega. Come si ricorderà, Matteo Salvini lo scorso Ferragosto è stato a San Luca. Di ufficiale ancora non c’è nulla, la notizia corre veloce sui social e qualcosa di più la dovremmo sapere non appena alcuni dirigenti del partito scenderanno in Calabria per fare il punto della situazione politica, partendo proprio dalla provincia di Reggio Calabria, dove più alto è il numero dei comuni sciolti per infiltrazioni. E sembra pure che Salvini voglia puntare su un nome sicuro. E dopo aver mandato un generale dell’Arma dei carabinieri di gestire la sanità in Calabria, pensa di proporre per il Comune di San Luca a un altro militare, il quale dovrebbe avere il compito di garantire e rappresentare la legalità un uno dei paesi dove secondo l’opinione pubblica più alto è il tasso della presenza della ‘ndragheta.
A San Luca nessuno sa niente di una possibile lista a guida leghista come nessuno sa niente di una possibile lista a guida leghista, come nessuno sa se ci siano ancora margini per convincere i cittadini di San Luca a mettere su un progetto comune che chiuda una volta per tutte un problema la cui portata ha ormai superato anche i confini nazionali.
Il nome che più circola, ed quello che è visto bene da quello che è visto bene da quei pochi che ancora sperano in una lista locale, è sempre lo stesso, quello dell’infermiere in pensione Bruno Bartolo. Da noi avvicinato per cercare di capire se davvero ci siano le condizioni per una sua candidatura. è stato molto chiaro. “Allo stato attuale e vista la situazione, non ci sono le condizioni per una mia candidatura. Ma è chiaro che se il Movimento “Pro San Luca” deciderà di fare qual cosa, come sembra, io sono pronto per lavorare a una lista comune, composta tutta da cittadini di San Luca che hanno a cuore il futuro del nostro paese, e soffrono come me questa situazione che è chiaro che è durata più di quanto doveva durare e non fa il bene di nessuno, con tutto il rispetto e la stima che possiamo avere per il dottor Salvatore Gullì”.

ANTONIO STRANGIO (Gazzetta del Sud)