Mar. Lug 16th, 2024

Il commissario ha concluso il giro di incontri con i rappresentanti dem: «Uniti per allargare la partecipazione alle primarie». La prima iniziativa sarà dedicata al regionalismo differenziato. Presenti tutti i consiglieri di Palazzo Campanella. Non ancora in programma l’incontro con Oliverio. Critici i Gd: «Non siamo stati invitati»

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Nel litigioso Pd calabrese è esplosa la cordialità. Non poteva essere altrimenti: il commissario Stefano Graziano è appena arrivato e i dem locali vogliono innanzitutto scoprire di che pasta è fatto. E soprattutto sapere quali sono le sue reali intenzioni. Per adesso, tutta la delegazione regionale accolta oggi nella sede del partito a Lamezia sembra aver deciso di aprire una linea di credito al neo responsabile del Pd calabrese. Che, nella dichiarazione diffusa al termine del primo ciclo di incontri, ha rilevato «la volontà comune di profondere il massimo sforzo per allargare la partecipazione alle primarie per la scelta del segretario nazionale in programma il prossimo 3 marzo. Un appuntamento fondamentale per rilanciare il partito sul territorio e che sarà anche il trampolino di lancio verso le elezioni europee e amministrative».

La risposta «ampia e qualificata» dei dirigenti invitati, secondo Graziano, rappresenta «un segnale positivo» che potrebbe mettere «in discesa» il lavoro da fare «per un ritorno alla gestione ordinaria del partito».
Il commissario, con questo passaggio, ha toccato il nervo più scoperto: l’insofferenza diffusa verso il regime speciale imposto da Roma. Tutti i rappresentanti dem accorsi a Lamezia, sempre nel segno della più ostentata cordialità, hanno velatamente accennato alla necessità di chiudere il commissariamento al più presto possibile. Graziano, dal canto suo, ha già comunicato di voler procedere per step: ricompattare il partito per preparare al meglio il congresso nazionale del 3 marzo e, subito dopo, avviare un dialogo con il nuovo segretario per concordare i passaggi da fare in Calabria.
L’impressione diffusa è che Graziano intenda celebrare il congresso calabrese prima delle prossime Regionali, che dovrebbero svolgersi a inizio 2020. Non ci sono comunque certezze e, per il momento, si procede con cautela.

IL REGIONALISMO Il confronto con i consiglieri regionali – ha spiegato Graziano – ha comunque fatto emergere la «necessità di riprendere l’attività politica sul territorio». Una prima iniziativa pubblica sarà sul regionalismo differenziato «che, così come si sta delineando, uccide il Mezzogiorno, togliendo ulteriori risorse oggi utilizzate per garantire servizi essenziali. Tema che sarà anche al centro di una seduta del consiglio regionale in cui il Pd dichiarerà la sua netta contrarietà».
Graziano ha anche voluto ringraziare «i tanti militanti e dirigenti locali che in questi giorni mi hanno inviato messaggi di incoraggiamento e fatto capire che nella nostra comunità c’è una grande aspettativa mista a tanta voglia di archiviare definitivamente la fase dei contrasti e lacerazioni interne».

GLI INCONTRI Un pomeriggio fitto, quello del commissario, che ha seguito il primo vertice avuto ieri a Roma con i parlamentari Antonio Viscomi, Ernesto Magorno ed Enza Bruno Bossio. I lavori di oggi sono stati aperti dai segretari provinciali (Luigi Guglielmelli, Gianluca Cuda, Gino Murgi, Giovanni Puccio e Vincenzo Insardà), mentre il successivo incontro di Graziano è stato con il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci. È invece saltato il vertice con Giuseppe Falcomatà, a causa dello scarso preavviso con cui il commissario ha invitato a Lamezia il sindaco della Città metropolitana di Reggio. È possibile che i due si incontrino nei prossimi giorni.
In tarda serata è stata la volta dei consiglieri regionali. Carlo Guccione ha ribadito anche in questa occasione quel che ripete da mesi: «Se stiamo fermi siamo destinati alla sconfitta, bisogna programmare iniziative e ripartire». Sebi Romeo ha invece posto l’accento sulla necessità di organizzare al più presto il congresso regionale. Nicola Irto ha lanciato la «sfida dei contenuti» per contrastare i movimenti populisti, mentre Michele Mirabello ha rilevato
la sostanziale assenza del Pd calabrese dal dibattito pubblico degli ultimi anni. Mimmetto Battaglia ha ricordato a Graziano (ma forse non solo a lui) l’importante ruolo dei consiglieri regionali, che «devono essere presi in considerazione». Giuseppe Giudiceandrea, con realismo, ha sottolineato le difficoltà del partito regionale, dalle quali è dipesa la mancata celebrazione del congresso. Mimmo Bevacqua, nel merito dei problemi, ha avvertito il commissario circa i rischi per la Calabria legati all’introduzione del regionalismo differenziato.
Nel corso della riunione poche volte è stato fatto il nome di Mario Oliverio. A Graziano i consiglieri hanno comunque ricordato di aver incaricato Romeo di comunicare al governatore l’impellenza di concedere agli eletti una qualche forma di rappresentanza in giunta regionale o, in alternativa, di creare una cabina di regia in grado di raccordare Consiglio ed esecutivo.
Non è ancora chiaro se lo stesso Graziano, nei prossimi giorni, andrà a far visita a Oliverio a San Giovanni in Fiore.

LA POLEMICA DEI GD La prima uscita pubblica di Graziano ha però già scatenato le prime polemiche. Stavolta ad alimentarla sono i Giovani democratici, che accusano il commissario di non averli invitati agli incontri di Lamezia. Per il segretario regionale, Mario Valente, si tratta di una «grave défaillance» del nuovo commissario: «È strano che non abbia chiesto la nostra opinione sulla situazione del partito. Eppure il lavoro certosino che abbiamo portato avanti sta consentendo la celebrazione delle convenzioni in tutti i circoli calabresi. Se il buongiorno si vede dal mattino…».

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