Mer. Lug 17th, 2024
MARCO MINNITI

Altri quattro amministratori pronti a sfilarsi. Il promotore dell’appello per l’ex ministro dell’Interno: “Forse hanno cambiato idea”

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Non sono passati neanche un paio di giorni dagli unanimi appelli all’unità con cui si è chiusa l’assemblea del Pd e già nel partito ricominciano veleni e guerre (clandestine) fra bande. Il fronte si apre in Calabria, sulla candidatura di Marco Minniti alla segreteria nazionale del partito. L’ex ministro dell’Interno ha sciolto la riserva solo domenica scorsa, ma nei giorni precedenti a tirarlo per la giacca erano stati 551 sindaci di tutta Italia, che hanno firmato un appello per chiederne la candidatura perché “nel suo percorso Marco ha sempre dimostrato forza, autorevolezza e grande capacità unitaria all’interno della sinistra e del campo democratico”.

Le firme sarebbero state raccolte in poche ore e a sostegno di Minniti si sono schierati anche una cinquantina di sindaci della Calabria, regione di provenienza dell’ex ministro, che però non gli ha mai dato grandi soddisfazioni elettorali. Ma a meno di due giorni dall’ufficializzazione della lista dei suoi sostenitori, pubblicata integralmente su “Democratica”, la rivista on line del Pd, c’è già chi si sfila. Proprio in Calabria, nella zona di Cosenza.

A rompere le righe è il sindaco di Casali del Manco, nel cosentino, Nuccio Martire, che su Facebook scrive: “In merito alla candidatura di Marco Minniti a segretario del Pd non ho dichiarato nessun sostegno, pur riconoscendo nella persona dell’ex ministro dell’Interno una figura autorevole” per poi sottolineare “solo dopo un confronto a partire dal mio circolo e dal mio territorio sosterrò uno dei candidati a segretario”. Se non è un’abiura, poco ci manca.

Stessi toni usa sui social il sindaco di Rocca Imperiale, Giuseppe Ranù: “È comparso stamattina il mio nome in un elenco di amministratori a sostegno di Minniti segretario Pd. Pur manifestando apprezzamento e stima per la persona di Minniti – scrive nel suo post – nessuna adesione vi è stata da parte di mia alla sua candidatura. Valuterò nei prossimi giorni, unitamente alla sezione locale, il candidato da sostenere”.

A loro, entrambi sindaci di borghi di poche migliaia di abitanti, secondo alcune voci, sarebbero pronti ad aggiungersi i primi cittadini di qualche altro Comune minore, come Praia a Mare, Scalea, Bisignano, Sant’Agata d’Esaro. Tutti del cosentino, tutti considerati molto vicini al governatore Mario Oliverio, che sulla candidatura dell’ex ministro dell’Interno ancora non si è sbilanciato, tutti o quasi contattati dal presidente della provincia di Cosenza, Franco Iacucci. Che respinge al mittente ogni accusa. “Se qualcuno dice che le adesioni sono state comunicate all’insaputa dei diretti interessati, sta affermando il falso” dice bellicoso. “Non ho mai carpito firme in vita mia, non ne ho mai avuto bisogno. Non ho mai agito in malafede”. Conferma, è stato lui a impegnarsi nel Cosentino per raccogliere le firme a sostegno dell’appello. “Qualcuno mi ha detto che aveva bisogno di pensarci, qualcuno mi ha detto di no, qualcuno che aveva già firmato per Zingaretti: nessuno di loro compare nell’elenco”. È stato trasmesso il nome solo di chi ha esplicitamente detto di sì. “Cambiare idea – dice Iacucci – è legittimo. Poi non so se ci sia stata pressione da parte di qualcuno perché avvenisse” si lascia scappare.  Chi, non è dato sapere. Al riguardo non sa nulla neanche il senatore dem Ernesto Magorno, fra i più attivi nella raccolta di adesioni a sostegno della candidatura dell’ex ministro: “La notizia mi ha lasciato sorpreso, non ho molti dettagli al riguardo. Ma se ci sono state pressioni, è un fatto molto grave”. Forse più a livello regionale, che in vista delle elezioni interne al Pd. Perché in Calabria l’anno prossimo si vota per la Regione e in Comuni importanti e popolosi e i dem in molte zone non partono certo favoriti. Soprattutto se il litigioso Pd calabrese continua a dilaniarsi in un’infinita guerra per bande che travalica e scavalca le correnti.
 

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