E’ risaputo in tempo di elezioni “ferisce più un voto non dato che la spada”, lo sa bene Carlo Guccione, ex assessore e ora consigliere regionale che si era addentrato nella candidatura a sindaco di Cosenza.
Eppure per l’esponente Pd la sconfitta è stata più amara del previsto per la semplice ragione che in poche settimane è passato dall’essere il primo eletto in Calabria a quello che alle comunali ha incassato meno del 20% di consenso, mentre il suo diretto avversario Mario Occhiuto lo ha sorpassato marcando un distacco di 40 punti percentuali.
Ma gli spiriti combattivi non si annichiliscono e infatti Guccione ha deciso di rompere il silenzio, ieri ha convocato i giornalisti e ha dichiarato le sue rimostranze. Dal voto disgiunto ai soliti voltagabbana di partito prima e dopo la candidatura, il Consigliere ha offerto un quadro ben preciso:
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“A pochi giorni dalla presentazione delle liste non c’era neanche un programma e nelmomento in cui Lucio Presta s’è ritirato c’è stato un fuggi fuggi dei candidati che abbiamo dovuto inseguire.”
Delle dichiarazioni che non lasciano spazio all’immaginazione ma che fanno intendere che lo stesso abbia dovuto combattere prima all’interno del suo gruppo politico e poi contro gli altri candidati.
Guccione però ha spiegato che le controcorrenti interne non siano bastate per frenare il suo entusiasmo e infatti afferma:
“Avrei potuto defilarmi e attendere sulla sponda del fiume che il cadavere dei miei avversari passasse, e invece ho dato tutto me stesso garantendo la sopravvivenza del partito in città, perchè mi reputo un dirigente che non ha mai anteposto le questioni personali a quelle del partito.”
Lo dimostra anche la decisione di battersi piuttosto che fuggire rimanendo in consiglio comunale e repparesentando i suoi elettori:
“Faremo un’ opposizione intransigente – afferma – improntata sulla legalità e sulla trasparenza. Chiederò tutti gli atti. Chi ha fatto patti con il “diavolo” ne renderà conto”.
Una sfida che ha del trascendentale, fra congiure, demoni e tradimenti, ma al di là di questo rimane la necessità tutta terrena di un’amministrazione che pensi al bene della città e dei suoi abitanti.
SARA FAZZARI