Mer. Nov 20th, 2024

Pochi minuti fa l’attore e regista reggino Marcello Fonte ha vinto la prestigiosa Palma d’oro al festival del cinema di Cannes come miglior attore per il film “Dogman” di Matteo Garrone. Riportiamo qui un articolo pubblicato qualche giorno fa sul sito Reggio tv.it a firma di Francesco Chindemi che ci illustra la “favola” di quest’attore reggino:

Cannes. Dal torrente Scaccioti al “red carpet”. A Cannes è stato il giorno del debutto, in passerella, dell’attore reggino Marcello Fonte, protagonista assieme ad Edoardo Pesce, dell’ultima pellicola del regista romano Matteo Garrone “Dogman”, film in corsa per questa 71esima edizione di uno dei più importanti Festival del Cinema internazionale che si chiude sabato prossimo.

Un’interpretazione, quella del 40enne attore reggino, a indossare i panni del personaggio principale del film che si ispira liberamente a un fatto di cronaca realmente accaduto negli anni ’80 (il “canaro” della Magliana) che non ha mancato di colpire il pubblico presente in sala, al momento della proiezione ufficiale di “Dogman”. E del resto i 10 minuti di applausi tributati all’ultima fatica di Garrone, parlano da sé.
Una scelta non casuale quella ricaduta su Marcello Fonte, per interpretare i panni di “Dogman”. Un incontro fortuito, ma fondamentale per imprimere una svolta al progetto di Garrone, rimasto nella mente del regista per circa 12 anni. Lo ha già spiegato lo stesso regista, in più di un’intervista: «Ho immediatamente capito che Marcello – così al quotidiano il “ Manifesto” – poteva riuscire a dare a quel personaggio tutte le sfumature che per me erano necessarie: la leggerezza, la dolcezza, l’umanità. Quando l’ho visto ho pensato a uno dei miei miti di sempre, Buster Keaton, e infatti Dogman ha anche un legame con il cinema muto: Marcello recita con gli occhi e ha una comicità che viene fuori in modo naturale. Per questo l’ho immaginato come una sorta di Buster Keaton moderno».
Una naturalezza e spontaneità, ma anche una grande umanità che – per chi lo conosce lo sa – appartengono all’attore reggino, oggi, indipendentemente dal riconoscimento che potrebbe essergli attribuito con la conquista della “palma d’oro”, a coronare un sogno inseguito fin da bambino e che lo stesso Fonte ha ben trasposto nel film del 2015 da lui scritto, diretto e interpretato: “Asino Vola” (produzione “Tempesta” e “Rai Cinema”) le cui scene sono state girate nei luoghi della sua fanciullezza: appunto la “discarica” del Torrente Scaccioti, nel quartiere della periferia nord di Reggio Calabria, Archi, trasformata dal piccolo Marcellino nel proprio magico parco giochi, in cui – tra carcasse di automobili e “baracche” in cui nascondere piccoli e grandi tesori trovati lì intorno tra i rifiuti, sviluppa la sua incredibile fantasia e matura il proprio “sogno”, il quale – grazie ad un forte spirito di adattamento, ad un propensione al prossimo e a una grande poliedricità e spontaneità, tratto distintivo dei più grandi artisti – si è oggi trasformato in realtà. Proprio come è accaduto al protagonista di “Asino Vola”. Un finale, fino a tre anni fa, ancora nella “fantasia” dell’attore oggi reale, nonostante da quel meraviglioso mondo da lui creato fin da quando era bambino, Marcello Fonte, nel frattempo diventato adulto, non vuole proprio “distaccarsi”. E fa anche bene, laddove spesso la “cultura” sembra un qualcosa per pochi eletti.
La sua, quella di Marcello è la storia e la grande dimostrazione di come, pur non disponendo di grandi risorse, si possano conseguire ambiziosi traguardi. Basta, per l’appunto crederci e non smettere mai di sognare. E chissà, forse questa volta Marcello potrebbe far ritorno a casa, impugnando in mano non le artistiche “palme” da lui intrecciate durante il periodo pasquale, per raggranellare qualche spicciolo utile a sistemare il suo strumento musicale, ma con un “Palma d’Oro”. Il giusto tributo all’artista e all’uomo che, nonostante sia chiamato per professione a indossare quelli degli altri, non ha mai smesso di indossare i propri panni.

Francesco Chindemi