Calabrese: «Silenzio del governo assordante, la nostra battaglia finirà solo quando finalmente avremo un presidio che funziona»
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Domani, mercoledì 4 dicembre, si parte per Roma per il “viaggio della speranza”. Protagonista una delegazione del consiglio direttivo di Anci Calabria con in testa il presidente Gianluca Callipo, che incontrerà nella Capitale il ministro della Sanità, Roberto Speranza. L’incontro ha l’obiettivo di affrontare le spinose questioni della riduzione dei servizi sanitari dei territori periferici e disagiati della Calabria, a iniziare dallo smantellamento dell’ospedale della Locride, già in fase avanzata.
La città di Locri da anni lotta senza sosta per la difesa del presidio sanitario del territorio, sarà presente. Proprio i sindaci della Locride intendono infatti continuare la battaglia avviata nell’ormai lontano ottobre del 2013 dal primo cittadino Giovanni Calabrese, per impedire che continui il suo depotenziamento. «Ovviamente – ha affermato Calabrese, ricordando l’imponente manifestazione del 17 ottobre di sei anni fa, quando sfilarono per le strade oltre 10 mila cittadini locridei – anche io sarò presente e porterò sul tavolo del ministro Speranza la seria e grave problematica di un ospedale che i suoi predecessori, malgrado le nostre costanti sollecitazioni, non hanno saputo o voluto affrontare nel modo giusto, con drammatiche conseguenze per gli sfortunati cittadini, umiliati e abbandonati dal governo nazionale e regionale».
«La nostra battaglia in difesa dell’ospedale della Locride e dei cittadini – continua il sindaco – finirà solo quando avremo un ospedale funzionante. Assordante fino ad oggi è stato il silenzio dei governi regionale e nazionale intorno alla problematica dello smantellamento dell’ospedale spoke di Locri , un presidio – evidenzia – che serve una vastissima utenza, dai 150 ai 200 mila cittadini, e verso il quale, come dimostrano le 20 mila firme raccolte dalla petizione lanciata a novembre dai titolari della palestra Locrese “Free Time”, l’intera popolazione Locride ha lo sguardo rivolto».
In effetti a Locri ormai la gente è consapevole che l’ospedale di Locri sembra giunto al capolinea e che occorre mantenere desta l’attenzione per evitare che precipiti nel baratro della chiusura. Ciò a causa della mancanza di apparecchiature tecnologiche fondamentali come la risonanza magnetica, e la funzionalità non sempre assicurata da una TAC spesso gusta, e soprattutto della carenza ormai quasi irrimediabile di personale medico ed infermieristico. E in effetti l’ospedale di Locri – come emerge dall’approfondito studio reso noto dalla segreteria della Uil-Fpl – sembra essere giunto al capolinea. Sia a causa della mancanza di fondamentali strutture tecnologiche, come la Risonanza magnetica, e una TAC funzionante a giorni alterni, sia sopratutto per la carenza di personale medico e infermieristico. Delle 16 strutture complesse di cui è dotato, soltanto 12 sono guidate da un primario; mancano ben 93 medici e dei 101 medici attualmente in servizio, ben 41 godono dei benefici ex legge 104 per limitazioni e/o inidoneità parziale. Mancano inoltre 109 infermieri e 78 operatori socio-sanitari, e dei 232 attualmente in servizio, sono 114 quelli con “limitazioni” ex legge 104.
Un sistema sanitario, quello calabrese, ormai a detta delle organizzazioni sindacali, quasi completamente compromesso. E di tale sistema la Locride sempre proprio l’anello più debole. Il sindaco Calabrese, proprio per far comprendere a tutti la determinazione dei cittadini a difendere il proprio ospedale, conclude affermando che «chi pensa che la battaglia per la difesa dell’ospedale di Locri e della sanità nella Locride possa finire in modo diverso si sbaglia. Informate Reggio, Catanzaro e Roma – sottolinea – che non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci».