Gli attuali problemi che attanagliano l’ospedale di Locri non nascono dall’oggi al domani ma vengono da lontano . Niente é stato fatto dalla politica negli ultimi 30 anni e di conseguenza nessun risultato si é ottenuto in questo settore se non l’aumento indiscriminato del clientelismo nel settore amministrativo, medico e paramedico, una drastica riduzione dell’offerta sanitaria con il taglio dell’ospedale di Siderno e di numerosi altri reparti e di conseguenza l’incremento dell’emigrazione sanitaria al nord Italia.
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Fatte salve le “incazzature” di Giovanni Calabrese e di pochi altri suoi colleghi cosa sono riusciti ad ottenere i sindaci dei 42 comuni della Locride? Il nulla! Se si fossero recati tutti quanti dal Prefetto a consegnare realmente la “fascia tricolore”, rassegnando per iscritto le dimissioni, azione più volte minacciata ma mai effettuata (vedasi il viaggio a Roma ed il colloquio con l’ex premier Conte) probabilmente qualcosa si sarebbe ottenuta. E invece nulla, stiamo qui a piangerci addosso e dire sempre le stesse cose. In questo mese di campagna elettorale per le regionali ci riempiranno di promesse ma state pur certi che dal 4 ottobre in poi il decadimento della struttura di Locri continuerà e tutti noi pagheremo pesantemente il conto. Ecco perché bisogna uscire dal “letargo” in cui siamo caduti e pretendere che i nostri diritti in tema di sanità pubblica vengano rispettati. Non mi aspetto la sanità veneta o brianzola ma che almeno i servizi essenziali vengano garantiti.
Antonio Tassone ecodellalocride.it