Mar. Lug 16th, 2024

Il personale si ribella: «Qui si fanno ancora interventi e abbiamo pure ricoverati, così non riusciremo a garantire il lavoro che resta»

Continua dopo la pubblicità...


futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Altro che rafforzata: l’Ortopedia di Locri continua ad essere depauperata. Ieri, il direttore sanitario del dell’ospedale Domenico Fortugno ha emanato una disposizione di servizio, la numero 3045/DSH con la quale ha disposto che da lunedì e per un periodo di 30 giorni, un’infermiera presti servizio non più in Ortopedia, reparto di titolarità, ma in Pediatria. Le motivazioni che hanno spinto il direttore Fortugno ad emanare la disposizione di servizio sono semplici: in Ortopedia è «temporaneamente sospesa l’attività», mentre Pediatria «è carente di personale infermieristico». Tra le motivazioni che stanno a base della contestata disposizione c’è anche l’obiettivo di «ottimizzare al meglio le risorse umane e acquisire nuove competenze professionali».

All’arrivo in Ortopedia della notizia sullo “spostamento” dell’infermiera, gli operatori sanitari hanno immediatamente contestato la disposizione annunciando possibili azioni di protesta sindacale, anche perché, hanno osservato, «non ci risulta che simili disposizioni vengano emanate per gli operatori di quei reparti e/o servizi che sono stati realmente chiusi». «Già – hanno osservato gli operatori sanitari del reparto – l’Ortopedia è stata abbondantemente svuotata. Da mesi sono spostati in altri reparto ben 5 infermieri ed un operatore socio-sanitario». Gli operatori dell’Ortopedia evidenziano che l’attività nel reparto non è affatto sospesa come è evidenziato a chiare lettere nella disposizione del direttore sanitario dell’ospedale dal momento che le ultime disposizione della commissione straordinaria, pur ridimensionando la struttura, hanno stabilito che gli interventi di piccola entità, come le artoscopie, continuano ad essere effettuate. «Questi interventi – spiegano gli infermieri dell’Ortopedia – sono effettuati il martedì ed il giovedì e spesso ci sono dei pazienti che devono rimanere ricoverati nel reparto per una o due notti».

Con lo spostamento dell’infermiera in Pediatria, a prestare servizio nel reparto rimarranno soltanto 2 operatori socio-sanitari e 5 infermieri, uno dei quali ieri è in malattia per oltre una settimana, troppo pochi per garantire l’idonea assistenza a quei pazienti che, a seconda dell’intervento subito, sono costretti a pernottare in reparto.

Gli operatori dell’Ortopedia non sono più disposti a subire trattamenti che considerano «vessatori». Ed evidenziano che proprio questo sarebbe la disposizione del direttore sanitario, dal momento che simili atti «non ci risulta vengano emanate nei confronti di operatori che prestano servizio in reparti e/o servizi veramente chiusi» e inoltre sarebbe stata emanata «contro le direttive della direzione aziendale che, con la disposizione numero 60105/CS dello scorso 9 ottobre, comunicavano anche ai direttori sanitari ospedalieri che per poter effettuare trasferimenti interni del personale infermieristico e/o amministrativo era necessario ottenere non solo “una formale e definitiva autorizzazione” dalla Direzione aziendale, ma anche aver effettuato «una preventiva informazione alle organizzazioni sindacali». Formaltà, sottolineano gli operatori dell’Ortopedia, che non sono state espletate.

Due “posizioni”inconciliabili

Le motivazioni che hanno spinto il direttore Fortugno ad emanare la disposizione di servizio: in Ortopedia è «temporaneamente sospesa l’attività», mentre Pediatria «è carente di personale infermieristico». Inoltre c’è l’obiettivo di «ottimizzare al meglio le risorse umane e acquisire nuove competenze professionali».

Gli operatori dell’Ortopedia evidenziano che l’attività nel reparto non è affatto sospesa come è evidenziato a chiare lettere nella disposizione del direttore sanitario dell’ospedale dal momento che gli interventi di piccola entità continuano ad essere effettuati. «E spesso ci sono dei pazienti che devono rimanere ricoverati nel reparto per una o due notti».

Fonte Pino lombardo. Gazzetta del Sud

Print Friendly, PDF & Email