Mer. Ago 14th, 2024

Anelli (Fnomceo), «chiediamo rispetto per noi e per assistiti».

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‘File, documenti elettronici, da cancellare’: questo sarebbero, per alcuni responsabili della sanità calabrese, i medici sulle ambulanze. Lo afferma la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo): «Parole pesanti, che, a quanto ci riferiscono i partecipanti – sottolinea la Fnomceo in una nota ripresa dell’ANSA – sarebbero state pronunciate da un relatore nell’ambito del Simposio nazionale Vibo Emergency Medicine dedicato al ‘Futuro dell’emergenza-urgenza fra crisi e riorganizzazione’. Scatenando le reazioni dei medici, che oggi pubblicano, nelle chat di gruppo, le loro foto accompagnate dall’infelice definizione».

«Nessuno – commenta il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – ci aveva mai chiamati in questo modo. Una frase gravissima, che sottende a un pensiero ancora più grave: che la professionalità dei medici sia solo un costo da tagliare e non un determinante della salute e della vita stessa dei pazienti». Secondo quanto riportato dai quotidiani locali, alcuni relatori avrebbero sottolineato come non ci sia bisogno che la rete tempo-dipendente sia gestita da un medico sull’ambulanza, ma dal solo infermiere collegato con il medico in centrale.

«La posizione della Fnomceo – continua Anelli – è chiara: sul mezzo di soccorso avanzato devono essere presenti sia il medico che l’infermiere. È questa, infatti, la configurazione che, secondo la letteratura scientifica, permette di fornire al paziente l’assistenza migliore nel minor tempo possibile. E, quando in gioco c’è la vita del paziente, ogni secondo è determinante, tanto che, storicamente, parliamo di ‘golden hour’: quel periodo di tempo, che va da pochi minuti a circa un’ora dopo un trauma, in cui il pronto intervento del medico sul paziente può risultare fondamentale».

Dunque, in ogni caso «contestiamo nel merito – conclude Anelli – le posizioni assunte dai dirigenti nel corso del simposio. Se poi la frase è stata, come riportano i colleghi, effettivamente pronunciata, non possiamo che rammaricarcene anche per la forma. Una forma che rivela la sostanza: una mancanza di rispetto per i colleghi che, tra mille difficoltà organizzative, tutti i giorni e tutte le notti si adoperano per fornire ai cittadini l’assistenza sulle ambulanze. Chiediamo dunque rispetto, per noi medici e per gli assistiti, che hanno diritto ad avere i professionisti necessari accanto a loro, nel momento in cui ne hanno più bisogno».

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