Ven. Ago 9th, 2024
Passeggeri e automobili in fila per l'imbarco sulle navi traghetto private in direzione della Sicilia dal porto di Villa San Giovanni, il principale nodo di collegamento marittimo tra la Calabria e la Sicilia, Villa San Giovanni, 23 marzo 2020. In calo i rientri in Sicilia dal Continente, in una settimana i numeri si sono quasi dimezzati. ANSA/CARMELO IMBESI

L’ordinanza n. 38 del Presidente della regione Calabria, è stata impugnata dal Governo (il ricorso è stato accolto dal Tar Calabria) sul punto in cui aveva consentito l’apertura di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismo con somministrazione esclusiva all’aperto per violazione delle competenze statali fissate dalla disciplina dell’emergenza Covid-19. Nulla, però, è stato detto su un altro fondamentale aspetto, di sicuro meno interessante del precedente per la presidenza del Consiglio dei Ministri, ovvero: la possibilità di rientrare in Calabria ai soli calabresi RESIDENTI, escludendo, quindi, i rientri, presso il domicilio o l’abitazione ai non residenti, restringendo la libertà di movimento rispetto a quanto previsto dal dpcm del 26 aprile. Anche su questa tematica, così come per i cittadini italiani residenti all’estero, c’è una palese violazione del principio costituzionale di uguaglianza, in quanto questa decisione difetta di una motivazione, quale ad esempio una situazione sopravvenuta di aggravamento del rischio sanitario, che giustifichi una simile restrizione. L’art. 3 del decreto legge 19/2020, entrato in vigore il 26 marzo 2020, prevede che le regioni possono introdurre misure ulteriormente restrittive in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario esclusivamente nell’ambito di attività di loro competenza. Visto che non sussiste alcun rischio sanitario per la regione Calabria e visto che è già consentito il rientro in Calabria dei residenti fuori sede, questa decisione è ingiustificata, nonchè irragionevole, non solo sotto il profilo giuridico violando i principi di uguaglianza con la discriminazione tra residenti e non residenti senza un dimostrato rischio sanitario, bensì anche sotto il profilo del buon senso. Pertanto, io chiedo che l’intervento del Governo non venga rivolto semplicemente su aspetti che interessano le istituzioni per motivi politici o di potere, ma sulla tutela dei cittadini, assicurandone il pieno sviluppo sociale e fisico. Giulia Carnà

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