Ven. Nov 22nd, 2024

Dagli accertamenti effettuati, è emerso che i tre, per tutelare il proprio patrimonio da possibili provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria, avevano intestato alcune delle loro aziende a prestanome

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Sigilli ai beni di tre imprenditori di Catanzaro per un valore di oltre 200 milioni di euro. La Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno eseguito il provvedimento di sequestro, emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione. I destinatari sono Antonio Lobello e i figli Giuseppe e Daniele, che lo scorso mese di marzo erano stati destinatari della misura cautelare personale nell’ambito dell’operazione “Coccodrillo”, perché indagati a vario titolo di interposizione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio. Tra i reati contestati a Giuseppe Lobello ci sono anche quelli di estorsione e di concorso esterno in associazione mafiosa.

Il sequestro dei beni riguarda 110 fabbricati e 49 terreni tra Catanzaro, Simeri Crichi, Settingiano e Cirò Marina, 67 automezzi, 5 motoveicoli, quote sociali relative a 13 aziende con sede a Catanzaro, Simeri Crichi e Firenze, complessi aziendali di 12 società operanti nel settore dell’edilizia pubblica e privata e aggiudicatarie di numerosi appalti pubblici, complesso aziendale di una società operante nel settore della ristorazione e diverse disponibilità bancarie e finanziarie, nonché la società proprietaria di un esteso cantiere per la produzione del calcestruzzo, ubicato nella frazione Lido di Catanzaro. Con lo stesso provvedimento era stato disposto il sequestro di alcuni beni riconducibili ai tre imprenditori, anche se intestati a loro prestanome. Dagli accertamenti effettuati, è emerso che i tre, per tutelare il proprio patrimonio da possibili provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria, avevano intestato alcune delle loro aziende a prestanome. Intestazione effettuata anche a seguito delle interdittive antimafia che avevano colpito le società riconducibili ai Lobello. Le indagini economico-patrimoniali condotte dagli investigatori del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno permesso di scoprire una sproporzione dei patrimoni rispetto ai redditi dichiarati. Gli accertamenti sono stati estesi a tutte le persone legate ai tre.