Gio. Ago 8th, 2024

“Con gli arresti di oggi abbiamo messo in crisi la vendita della droga al dettaglio nella città di Crotone”. Nicola Gratteri torna a Crotone per la terza volta in un mese per spiegare l’attività che la Procura antimafia di Catanzaro sta conducendo sul territorio contro la ndrangheta e non solo. Nel mirino di Gratteri e dei suoi sostituti – in questo caso i pm Domenico Guarascio e Veronica Calcagno – è finita una associazione che gestiva lo spaccio della droga a Crotone: “Parliamo – ha detto Gratteri nel corso della conferenza stampa svolta presso il comando provinciale dei carabinieri di Crotone – di un vero e proprio supermercato aperto dalle 7 alle 20 dove si vendeva droga di ogni tipo”.

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L’operazione e quelle precedenti della Dda avvenute nei giorni scorsi dimostrano l’attenzione della Procura verso il crotonese: “Questo di Crotone – dice Gratteri – è il territorio che ci preoccupa di più. Per questo, come ho già ribadito, abbiamo tre pm della direzione distrettuale antimafia dedicati a Crotone e poi sono arrivati uomini delle forze dell’ordine che ci rendono più forti nel controllo. Oggi, grazie al rinvenimento nel 2016 di una ‘copiata’  abbiamo messo a segno un’operazione che ha dimostrato l’affiliazione di alcuni soggetti alla famiglia Megna che gestivano un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti”.

“Questa indagine conferma che non ci sono luoghi fuori dal controllo dello Stato”. Il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, il colonnello Gabriele Mambor, commenta così l’operazione Orso spiegando l’attività svolta dall’Arma per documentare lo spaccio quotidiano nel quartiere di Fondo Gesù: “Grazie alla sorveglianza effettuata nella zona abbiamo ripreso anche fino a 70 cessioni di droga al giorno – sottolinea Mambor – ed abbiamo captazioni che dimostranoc ome al vertice dell’organizzazione ci siano i fratelli La Forgia”.

Il capitano Francesco Esposito, comandante della compagnia di Crotone, ha sottolineato la pericolosità dell’organizzazione: “Abbiamo trovato diverse pistole ed anche una mitraglietta che è un’arma da guerra che documenta la pericolosità di questa associazione che voleva affermarsi in città anche con l’uso delle armi. Abbiamo operato con attenzione perché la zona era costantemente vigilata da sentinelle e uomini che facevano fronte comune contro le forze dell’ordine”. Mambor ha spiegato che l’operazione è dedicata ad un carabiniere, il maresciallo Luigi Chiaro, che ha partecipato all’indagine ma che un male ha portato via  alcuni mesi fa.

Esposito ha spiegato che proprio il ritrovamento della copiata nel 2016 ha portato ai dissidi tra i gruppi della piazza di spaccio di Fondo Gesù che poi si sono rivelati nella sparatoria del 9 gennaio 2019 tra i cui protagonisti c’erano anche alcuni odierni indagati

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