Mar. Lug 16th, 2024

All’indomani dell’operazione, il maxi blitz compiuto tra l’Italia e l’Estero che ha consentito di smantellare una pericolosa organizzazione internazionale dedita al narcotraffico e di sequestrare importanti quantitativi di cocaina, dove sono finite in manette 33 persone tutte arrestate tra l’Italia e la Colombia, emergono nuovi dettagli:

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Al vertice dell’organizzazione secondo quanto emerso c’erano i fratelli Franco e Giuseppe Cosimo Monteleone, figure di spicco del narcotraffico internazionale e ritenuti esponenti di spicco delle ‘ndrine della locride.

La compagnia criminale sgominata con l’operazione “Due mari” lo sapeva bene che il porto di Gioia Tauro non era più sicuro, considerati i reiterati sequestri di cocaina nei container, per questo i narcos hanno deciso di usare nuovi scali, dunque , per introdurre nel territorio nazionale partite di droga.

Scorrendo le pagine dell’inchiesta “Due Mari” si legge che la presunta banda usasse un sistema gia emerso in precedenti inchieste dello stesso tipo: una ‘ndrangheta 2.0 capace di organizzare i suoi traffici intercontinentali di droga servendosi delle tecnologie attuali di comunicazione, attraverso l’uso di apparati cellulari  e in più hanno indotto ad assicurare la ricerca delle fonti di prova attraverso l’utilizzo di un sistema di monitoraggio che permettesse di intercettare le conversazioni chat e soprattutto di visualizzare subito il pin, ovvero il codice alfanumerico associato all’Imei intercettato, riconoscendo il nickname, cioè riconduce all’utilizzatore dall’apparato smartphone intercettato, e  quello dell’interlocutore. Hanno utilizzato principalmente  prodotti blakberry l’azienda canadese produttrice, considerati tra i più sicuri al mondo in quanto in dati criptati e rispetto della privacy. Infatti gli investigatori italiani per poter intercettare le conversazioni hanno dovuto chiedere all’azienda canadese di mettere a disposizione i sistemi per la decriptazione dei dati, o quanto meno hanno raccolto i dati e li hanno riversati direttamente nel server degli impianti della procura della repubblica in sede.

Questo è accaduto nell’inchiesta “Porto Franco”, incentrata sui traffici di cocaina dal sud America al porto di Gioia Tauro ,molti degli indagati erano soliti usare queste chat sviluppate dall’azienda canadese, e che utilizzavano questi telefoni blacBerry come citofoni, esclusivamente per le comunicazioni da un utente all’altro.

L’ altro caso successo a platì dove Giovanni Andrè Riviera, uno dei presunti narcotrafficanti colombiani alleati con la ‘ndrangheta della fascia ionica della provincia reggina, rimase a Platì, perché dalle conversazioni chat intercettate fra gli indagati avrebbero fatto venire a conoscenza del mancato accordo tra le parti  per questo non poteva muoversi e allora, è rimasto in Calabria, pare come garante; dopo che era saltata la pianificazione di un ingente qualtitativo di cocaina mentre la compagna Alba Mariella Osorio Ospina, lasciò l’italia.

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