Chiede allo Stato un risarcimento di 516 mila euro per “ingiusta detenzione” uno degli imputati del processo di ‘ndrangheta Minotauro, celebrato a Torino, che ha rivelato le infiltrazioni della malavita nella provincia del capoluogo Piemontese. Un’indagine culminata all’alba dell’8 giugno 2011 quando i carabinieri di Torino hanno arrestato 142 uomini, la maggior parte dei quali indagata per associazione a delinquere di stampo mafioso dediti al traffico di droga, al controllo di bische clandestine, alle estorsioni mediante l’utilizzo della “forza intimidatoria” che secondo gli inquirenti avrebbe creato una “diffusa omertà” tra le vittime.
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L’imputato e’ stato assolto dalla Corte d’appello dopo essere stato condannato in primo grado a otto anni di reclusione, si tratta di Pasquale Barbaro, 66 anni, che era stato arrestato nel giugno del 2011 ed era rimasto in carcere fino al dicembre del 2013. In Calabria, dove risiedeva, secondo gli inquirenti era un referente da Plati’ di una cellula ‘ndranghetista insediata a Volpiano (Torino). I giudici pero’ non hanno confermato l’impostazione accusatoria. Il suo legale, avvocato Mauro Ronco, oggi ha spiegato alla Corte d’appello che lavora dal 1984 come operaio idraulico in un consorzio del Reggino. La procura generale si e’ opposta al riconoscimento dell’ingiusta detenzione.
SARA FAZZARI