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La Cassazione sancisce la fine del processo per l’omicidio di ‘ndrangheta, consolidando il ruolo di Antonio Santo Bagnato come boss di Roccabernarda.
La Cassazione ha confermato le condanne per gli autori e i mandanti dell’omicidio di Rocco Castiglione, un delitto che ha segnato il dominio incontrastato di Antonio Santo Bagnato sulla cosca di Roccabernarda. Con una sentenza definitiva emessa la scorsa sera, la prima sezione della Corte Suprema ha confermato tre ergastoli e ribadito le pene inflitte in appello.
In particolare, sono stati confermati gli ergastoli per Antonio Santo Bagnato (57 anni), Antonio Cianflone (53) e Antonio Salvatore Marrazzo (59). Inoltre, il ricorso di Michele Marrazzo (40) è stato rigettato, mantenendo inalterata la pena di 21 anni e 8 mesi di carcere. La pena di Domenico Iaquinta, collaboratore di giustizia, è stata lievemente ridotta a 8 anni e 10 mesi, a seguito della prescrizione dell’accusa di detenzione abusiva di armi.
L’omicidio di Rocco Castiglione, avvenuto il 31 maggio 2014, ha avuto luogo nel contesto di una faida di mafia a Roccabernarda e ha consentito a Bagnato di consolidare la sua posizione di potere nella cosca. La vittima, un 28enne, fu uccisa a colpi di fucile mentre si trovava insieme al fratello Raffaele, che riuscì a sfuggire alla morte. Il caso è stato seguito dall’inchiesta “Trigarium” della DDA di Catanzaro, che ha portato a 14 condanne definitive nel 2022.