Antonio Bellocco, 36 anni, è stato brutalmente ucciso a coltellate a Cernusco sul Naviglio, in via Nino Besozzi. A compiere il delitto sarebbe stato Andrea Beretta, 49 anni, noto capo ultrà dell’Inter. L’episodio, ancora avvolto nel mistero, è al vaglio dei carabinieri della compagnia di Pioltello che stanno conducendo le indagini per ricostruire esattamente quanto accaduto.
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I legami con la curva nord
Classe 1988, sposato e con due figli, Antonio Bellocco era il rampollo dell’omonima cosca, originaria di Rosarno. Figlio di Giulio Bellocco, morto a inizio anno in carcere a Opera, e nipote del capobastone Umberto, aveva alle spalle una condanna definitiva a nove anni per legami con la criminalità organizzata. Arrivato nel Milanese circa un anno e mezzo fa, nei mesi scorsi, aveva iniziato a frequentare con assiduità il secondo anello verde del Meazza, vicino ai più noti capi ultrà della Nord, anche se pare che le dinamiche da stadio non siano il motivo della lite finita con l’accoltellamento alla gola del trentaseienne.
Secondo le prime ricostruzioni, infatti, tutto avrebbe avuto inizio con un incontro “privato” tra i due uomini all’interno di una Smart, poco prima delle 11 del mattino, nei pressi della palestra Testudo, un luogo frequentato abitualmente da esponenti del tifo organizzato nerazzurro. L’incontro è degenerato rapidamente in una violenta lite, durante la quale Bellocco avrebbe esploso un colpo di pistola, ferendo Beretta a una gamba.
Nonostante la ferita, Beretta avrebbe reagito con estrema violenza, sferzando una serie di fendenti mortali alla gola di Bellocco. L’aggressione è stata tanto brutale quanto rapida, lasciando poco spazio all’intervento dei soccorsi. Gli operatori del 118, accorsi sul posto in codice rosso con due ambulanze e un’automedica, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso di Bellocco.