Mar. Lug 16th, 2024

Cassazione rigetta ricorso della Procura Generale di Catanzaro

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La prima sezione penale della

corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura

generale di Catanzaro e ha assolto, in via definitiva, Francesco

Patitucci e Roberto Porcaro dall’accusa di essere i mandanti

dell’omicidio di Luca Bruni avvenuto il 3 gennaio 2012 a

Castrolibero (Cosenza).

In primo grado, con rito abbreviato, Patitucci, difeso dagli

avvocati Marcello Manna e Luigi Gullo, era stato condannato a 30

anni di reclusione mentre Porcaro, difeso da Gianluca Acciardi e

Sergio Rotundo, era già stato assolto in abbreviato.

Secondo la ricostruzione dell’accusa Luca Bruni è stato ucciso

pochi giorni dalla sua scarcerazione. Dopo la morte del fratello

Michele era divenuto l’esponente di spicco del clan cosentino

“Bella Bella” e chiedeva conto alle altre consorterie del

capoluogo bruzio circa la spartizione dei proventi delle

attività illecite sul territorio. A distanza di due anni il suo

corpo è stato trovato tra le campagne di Orto Matera, tra

Castrolibero e Rende grazie alla collaborazione di Adolfo

Foggetti che si autoaccusò del delitto.

In secondo grado, a dicembre 2019, la Corte d’Assise

d’appello di Catanzaro, presieduta dal giudice Marco Petrini, ha

assolto Porcaro e anche Patitucci. A distanza di poco più di un

anno il giudice Petrini è stato incriminato per corruzione in

atti giudiziari. Il giudice ha iniziato un percorso di

collaborazione con la Dda di Salerno, delegata per i reati che

riguardano le toghe del distretto di Catanzaro, e si è accusato

di una serie di reati tra i quali quello di essersi avere

ricevuto la somma di 5.000 euro dall’avvocato Manna per

assolvere Patitucci. Lo scorso 5 ottobre la Dda di Salerno ha

notificato la chiusura delle indagini preliminari all’avvocato,

e sindaco di Rende, Marcello Manna e al giudice, ora sospeso,

della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini. L’accusa, per

entrambi, è quella di corruzione in atti giudiziari aggravata

dal metodo mafioso per avere agevolato la cosca cosentina

Lanzino-Patitucci.

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