Richiesta di condanna avanzata dal sostituto procuratore generale a conclusione della requisitoria. La parola passa ora alla difesa.
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I fratelli Vincenzino e Giuseppe Fruci rischiano 30 anni di carcere per l’omicidio dell’avvocato Torquato Ciriaco, assassinato nel 2002 nei pressi dello svincolo dei “Due Mari” a Lamezia Terme. Inoltre, Francesco Michienzi, collaboratore di giustizia, ha ricevuto una richiesta di condanna a 7 anni e 4 mesi. La richiesta è stata avanzata ieri mattina dal sostituto procuratore generale Salvatore Di Maio, durante la requisitoria davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro, dove si sta celebrando il nuovo processo per l’omicidio.
La vicenda giudiziaria, che si trascina da oltre due decenni, ha subito una nuova fase dopo che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza precedente, rimandando il caso in appello. Nel 2021, la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro aveva emesso condanne per i fratelli Fruci, che erano stati accusati dell’omicidio, ma la sentenza era stata successivamente annullata, riaprendo il caso.
Il prossimo passo del processo prevede le arringhe finali da parte dei difensori degli imputati, gli avvocati Anselmo Torchia, Giuseppe Spinelli, Sergio Rotundo, Luca Cianferoni e Maria Claudia Conidi, che si terranno il 20 gennaio 2024. Al termine di questa fase, la Corte presieduta dal giudice Antonio Battaglia emetterà la sentenza definitiva.
L’omicidio di Torquato Ciriaco, avvenuto il 1° marzo 2002, ha segnato una delle pagine più drammatiche della cronaca calabrese, con l’avvocato freddato a colpi di arma da fuoco vicino alla strada “Dei Due Mari”. La sua morte ha scatenato una lunga e complessa inchiesta che ha coinvolto diversi esponenti della criminalità organizzata locale, ma che, dopo numerosi rinvii e procedimenti, sta per giungere a una conclusione.