Dom. Ago 11th, 2024

Annullato senza rinvio. Questo il verdetto, arrivato nella notte, della Corte di Cassazione che si è espressa sull’ergastolo inflitto in Corte d’appello per l’omicidio di Gianluca Congiusta a Tommaso Costa. Non è, dunque, il boss di Siderno il mandante dell’omicidio del giovane imprenditore barbaramente assassinato il 24 maggio del 2005 con un colpo di pistola alla testa.
Secondo le ipotesi investigative il movente dell’omicidio di Gianluca Congiusta sarebbe stata la lettera estorsiva che Costa inviò al futuro suocero del giovane, Antonio Scarfò. Una lettera su cui Congiusta avrebbe poi potuto rivelare alcuni particolari riguardanti la volontà dei Costa si riaffacciarsi sul territorio, affermando il predominio mafioso. Le indagini hanno portato all’operazione denominata “Lettera Morta”, eseguita dagli agenti del Commissariato di Polizia di Siderno.
Costa, attualmente in carcere per scontare altre condanne, è stato difeso dall’avvocato Sandro Furfaro che nei mesi scorsi era subentrato alla collega Maria Tripodi. Adesso a seguito dell’assoluzione con formula “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di omicidio, il processo tornerà in Corte d’appello, ma solo per la rideterminazione della pena da infliggere a Costa alla luce dell’assoluzione rimediata. Una sentenza difficile da accettare per la famiglia Congiusta che inquesti tredici anni ha duramente lottato per avere giustizia. “Oggi il dubbio che essere onesti sia inutile diventa certezza, scrive infatti con amarezza su facebook la sorella di Gianluca, Roberta, Oggi Luca lo hanno ucciso per la seconda volta, oggi niente ha più senso”.

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ALESSANDRA BEVILACQUA|redazione@telemia.it

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