Mer. Ott 2nd, 2024

La Corte d’Assise riconosce la premeditazione: l’ex fidanzata del giocatore del Cosenza ha ucciso Donato Bergamini. Chiesti 23 anni, ma ne sconta 16.

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Dopo oltre trent’anni di attesa, la giustizia ha stabilito che Donato Bergamini, il calciatore del Cosenza trovato morto nel 1989, non si è suicidato ma è stato ucciso. Isabella Internò, l’ex fidanzata del calciatore, è stata condannata a 16 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Cosenza, che ha riconosciuto la premeditazione dell’omicidio. La sentenza, pronunciata dopo otto ore di camera di consiglio, segna la fine di un processo durato tre anni, in cui la pubblica accusa aveva chiesto 23 anni di carcere. Internò è stata inoltre interdetta dai pubblici uffici e dovrà risarcire le parti civili costituite.

L’omicidio, inizialmente mascherato da suicidio, era stato presentato come un gesto disperato da parte di Bergamini, che si sarebbe gettato sotto un camion in corsa. Tuttavia, la Procura di Castrovillari ha sempre sostenuto che dietro quell’evento si celava una cospirazione legata a un delitto d’onore. Le indagini hanno rivelato che Bergamini, narcotizzato e soffocato con un sacchetto di plastica, era già morto prima di essere investito dal camion.

Durante il processo, sono emerse teorie contrastanti, tra cui quella del professor Francesco Maria Avato, che attribuiva i segni sul corpo di Bergamini all’impatto con il camion, e non a un omicidio. Tuttavia, la Corte ha accolto le tesi dei consulenti della Procura, che hanno utilizzato tecniche scientifiche come la glicoforina per dimostrare che il calciatore fosse deceduto prima dell’investimento.

Testimonianze cruciali, tra cui quelle di ex compagni di squadra e di tre donne del Nord, hanno inoltre contribuito a delineare il movente: la gelosia ossessiva di Isabella Internò, ferita nell’onore dopo un aborto nel 1987, avrebbe scatenato il tragico epilogo. Secondo la Procura, l’omicidio è stato eseguito con l’aiuto di complici mai identificati.

La sentenza, pur essendo di primo grado, rappresenta un importante punto di svolta in una vicenda che ha segnato profondamente la storia sportiva e giudiziaria italiana.