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Esterno del Palazzo di Giustizia, sede della Corte suprema di cassazione, durante la cerimonia per l'apertura dell'anno giudiziario 2021, Roma 29 gennaio 2021. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Cassazione rigetta ricorso imputato.Confermata la premeditazione

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per
Salvatore Gerace, di 60 anni, per l’omicidio del 18enne Giuseppe Parretta avvenuto il 13 gennaio 2018 a
Crotone.
La Cassazione ha rigettato totalmente il ricorso di Gerace contro la condanna alla prigione a vita che gli
era stata inflitta nei primi due gradi di giudizio.
Diventa così definitiva la sentenza per un fatto di sangue che sconvolse la città di Crotone. Come è
stato ricostruito nel corso del processo, Gerace, già noto alle forze dell’ordine, era ossessionato dall’idea
che Giuseppe Parretta lo spiasse per riferire poi a fantomatici individui che avrebbero voluto assassinarlo.
Per questo il 13 gennaio del 2018, dopo aver visto dalla sua abitazione arrivare il giovane alla guida di
una moto, pensando che il mezzo fosse stato acquistato con i soldi che Giuseppe aveva ricevuto per averlo
spiato, Gerace è entrato nella sede dell’associazione Libere Donne presieduta da Caterina Villirillo, madre
del ragazzo, ed ha sparato contro Giuseppe prima ferendolo e poi finendolo con un colpo al cuore da
distanza ravvicinata.
La Cassazione ha rigettato il ricorso di Gerace che puntava ad annullare l’aggravante della
premeditazione che, invece, era stata riconosciuta in primo grado dalla Corte d’Assise di Catanzaro
secondo la quale l’omicidio volontario con premeditazione era “chiaramente desumibile” dai mezzi usati
(revolver), dal numero di colpi sparati verso zone vitali, dalla loro esplosione in rapida successione
puntando a ferire la vittima, unico maschio in casa, per ridurre le sue possibilità di reazione e dalla
dinamica del colpo di grazia.
Soddisfazione per l’esito del processo è stata espressa dall’avvocato Emanuele Procopio che
rappresentava la famiglia di Giuseppe come parte civile: “Siamo soddisfatti che il lavoro che abbiamo
fatto abbia permesso di ottenere la condanna all’ergastolo per tre gradi di giudizio. Sicuramente non
possiamo essere contenti perché questa tragedia ha portato via ad una famiglia un ragazzo di 18 anni”.

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