Mar. Lug 16th, 2024

Il candidato governatore di Forza Italia incontra i comitati a Catanzaro. «In tanti mi chiedono di continuare, fare il governatore è una missione. Possiamo cambiare, lo dobbiamo ai nostri figli». L’affondo sulla Lega: «Le inchieste su di me? Sono garantisti a fasi alterne. E poi i miei alleati sono i calabresi»

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«Noi siamo partiti già da tempo anche su sollecitazione di molti movimenti civici e di molte persone che ritengono che anche in Calabria sia possibile cambiare sulla base di quello che abbiamo fatto a Cosenza». Mario Occhiuto incontra i “suoi” comitati a Catanzaro. E, dopo il terremoto di venerdì – con la sua candidatura annunciata ufficialmente da Forza Italia e poi respinta dalla Lega – prova a sintetizzare il proprio pensiero e quello dei sostenitori. Il suo è un «andiamo avanti» che nasce dal percorso avviato da mesi: «È stata – dice – una scelta non tanto basata sulla mia persona quanto sul lavoro fatto in questi anni nella città di Cosenza, a dimostrazione che tutto si può fare. Siamo partiti da tempo, abbiamo un progetto politico che stiamo portando in giro, un progetto aperto ovviamente». A questa idea «Forza Italia ha aderito da tempo – dice ancora Occhiuto –, ieri c’è stata questa ufficializzazione del partito anche a livello nazionale». Il sindaco di Cosenza ribadisce l’apertura del progetto ma non fonda le proprie aspirazioni sull’adesione della Lega: «Aspettiamo queste condivisioni: se non ci saranno andremo avanti comunque, come abbiamo sempre detto. Non è una difficoltà per noi, perché pensiamo di dover parlare ai calabresi dei loro problemi e i calabresi devono decidere con la propria volontà quale dev’essere il futuro della regione».

«SI PUÒ CAMBIARE, LO DOBBIAMO AI NOSTRI FIGLI» Occhiuto ragiona anche sulle alleanze: «L’unità è un valore – dice – ma non è il valore essenziale. Spesso calare i candidati dall’alto non ha risolto i problemi della Calabria. Qui non è tanto importante fare le campagne elettorali, è importante risolvere i problemi della Calabria». E parte dallo spopolamento che tra poco non riguarderà «solo i borghi ma anche le città. Oggi purtroppo tantissimi giovani, anche laureati e che sono il capitale umano e sociale su cui puntare, stanno andando via perché al nord offrono lavoro e qualità della vita. Quindi, se continuiamo così, non andiamo da nessuna parte». L’unità è «uno strumento per raggiungere l’obiettivo del cambiamento, ma se il cambiamento non è possibile…». Il sindaco dice, riferendosi al progetto, che «tutte le cose belle sono contrastate, come questa candidatura» e che sarebbe «disponibile a farsi da parte, ma io sono spinto da tante persone. È una missione». Perché ciò che aspetta il vincitore delle prossime Regionali «non è tanto fare il governatore per gestire il potere; il governatore deve gestire i problemi e soprattutto deve avere una visione del futuro della Calabria. Abbiamo tantissime persone che ci spingono in questo progetto, che credono in questo progetto: mollare questa loro convinzione mi sembra una cosa assurda e mi sembra anche fare loro del male».
«Noi ci mettiamo in discussione – spiega –. Lo abbiamo fatto, perché abbiamo queste spinte e ci crediamo e uno nella vita pensa anche di essere utile alla società. Vi assicuro che non è una questione personale, non è neanche una velleità, ma è la volontà e anche la convinzione che in Calabria si può cambiare, e questo lo dobbiamo ai nostri figli».

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