Mar. Lug 16th, 2024

“Il presidenzialismo è una modifica costituzionale, quindi richiede quantomeno quattro passaggi parlamentari e, se non dovessero essere raggiunti i due terzi dei votanti, anche la possibilità di un referendum. Quindi sono strade completamente diverse, e rincorrere una per l’altra veramente mi sembra sconclusionato e privo di senso e di significato”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro, nella sede della Regione Calabria, rispondendo a i giornalisti che hanno evidenziato una presunta diversità di vedute all’interno del governo sulla tempistica per l’autonomia differenziata legata anche al tema del presidenzialismo.

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“Sono un presidenzialista assoluto”

“Io questi riscontri che mi suggerite – sostiene Calderoli – non li ho verificati, ho avuto un vertice con il presidente Meloni, con il ministro Fitto, con altri ministri che avevano o competenze o vicinanze rispetto a questa materia e avevo detto che entro la fine dell’anno avrei fatto una proposta perché il percorso che credo avremo davanti, ovviamente nell’autonomia del Parlamento perché non dipende da me stabilire la tempistica del Parlamento, è sicuramente un anno di lavoro per l’approvazione della legge di attuazione e per la definizione dei Lep e dei costi e dei fabbisogni standard, ma non c’è nessuna rincorsa di una cosa rispetto all’altra o chi affianca il discorso del presidenzialismo. Io –  rileva ancora il ministro per gli Affari regionali – sono un presidenzialista assolutamente convinto. Il mio testo è stato approvato la prima volta in Senato nel 2012 quindi non bisogna convincere me sul presidenzialismo”.

“La mia speranza – continua – è che la legge possa uscire dal Consiglio dei ministri come approvazione preliminare e quindi venga mandata in Conferenza Unificata nel mese di gennaio e che per il mese di gennaio possa essere approvata come proposta di legge. Non stiamo parlando di un decreto legge ma di un disegno di legge che poi dovrà essere discusso dal Parlamento”. Sulle preoccupazioni dei cittadini del Sud Calderoli ha aggiunto che “se si vuole il bene del Paese sia al Nord che al Sud credo che sia interesse di tutti. Il Nord non può pensare di non andare avanti con la crescita del Sud e viceversa. Se corriamo tutti correremo tutti più forti e meglio”.

“Vedo delle potenzialità”

“Io vedo delle potenzialità a condizione che ci sia la definizione dei Lep e si investa davvero sulla perequazione. In passato chi ha governato le regioni del Sud ha scelto un approccio meramente difensivo che ha prodotto sperequazione e nessun beneficio. Io vorrei essere un presidente che governa una regione del Sud senza fuggire al confronto con quelle del Nord e cerca di sfidarle sul piano delle opportunità che l’attuazione della Costituzione può riservare anche al Mezzogiorno”. Lo dichiara il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Sull’assenza dei sindacati Cgil e Uil il governatore afferma che “sarebbe stata una importante occasione di confronto e scontro ma rispetto la loro scelta. Per quanto riguarda il rapporto con tutte le organizzazioni sindacali, ad ogni modo – aggiunge – continuerà ad essere positivo come è stato quest’anno.

Istruzione ed energia

“Sono preoccupato se viene delegato alle Regioni il tema dell’istruzione – spiega il governatore – che è uno percorsi di maggiore emancipazione sociali. Quindi una regione che ha grandi povertà, anche educative come la Calabria, deve investire sull’istruzione ma chiedere al Governo di investire allo stesso modo in tutte le regioni italiane. In merito all’energia Occhiuto spiega che “se noi avessimo una compartecipazione alla fiscalità prodotta dalle aziende che producono energia da fonti rinnovabili o dall’idroelettrico potremmo avere grandi benefici così come sui porti, sia sull’hub logistico di Gioia Tauro – primo porto d’Italia – che su quelli turistici, ma noi non becchiamo un euro dalle accise”.

“Opportunità per il Sud”

Secondo il presidente della Calabria “ci sono pertanto delle opportunità che l’autonomia differenziata può dare anche alle regioni del Sud. E’ una possibilità che la Costituzione offre alle regioni – spiega Occhiuto -. Oltre agli obblighi di garantire con uniformità su tutto il territorio nazionale diritti sociali e civili, c’è l’obbligo di investire risorse per la perequazione laddove questa tutela non possa essere soddisfatta con la capacità fiscale. Per me l’attuazione della Costituzione è come un treno con tre vagoni: il primo è quello dei Lep che vanno garantiti da Crotone a Trevisto; un altro è quello della perequazione ed il terzo è il vagone dell’autonomia differenziata. Se il treno arriva in stazione io me ne compiaccio perchè giungono al traguardo anche i diritti sociali e civili, finalmente valorizzati non più in base alla spesa storica ma i fabbisogni, e – conclude Occhiudo – la perequazione”.

CALABRIA 7

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