I militari del Gruppo di Vibo Valentia, su delega della locale Procura della Repubblica, con provvedimento a firma del Procuratore Camillo Falvo e del sostituto Filomena Aliberti, al termine di accertamenti tecnici condotti in loco e
dell’esame compiuto sulla documentazione acquisita, anche di natura tecnica, hanno sottoposto a sequestro preventivo i lavori di sistemazione idrogeologica del fosso Calzone e della raccolta delle acque bianche complementari ai fini della realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia.
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Aggravato il rischio idrogeologico. Invero tali opere, finanziate con il fondo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per la mitigazione del rischio idrogeologico del fosso Calzone, in località Cocari di Vibo Valentia, qualificate dalla Regione Calabria come strumentali alla realizzazione del nuovo nosocomio cittadino, non solo non risultavano inerenti l’oggetto per il quale era stato stanziato il fondo, ma hanno, addirittura, aggravato – come certificato dalla perizia richiesta ed ottenuta dall’autorità giudiziaria di Vibo Valentia – il rischio idrogeologico. Le opere, infatti, lungi dall’essere volte al ripristino dell’officiosità idraulica del fosso (mediante, ad esempio, la pulizia dello stesso), hanno ampliato la portata del canale, mediante la costruzione di manufatti in cemento, aumentando l’affluenza delle acque nel dissestato bacino del fosso, già compromesso dai gravi eventi alluvionali del Luglio del 2006, durante i quali avevano perso la vita due uomini ed un bambino.
SERVIZIO DI MARIA TERESA CRINITI