Ven. Nov 22nd, 2024

Carissimi Sacerdoti,
desidero anzitutto esprimervi il mio più cordiale saluto a fine
anno 2021. Purtroppo la pandemia del covid-19 continua a colpire, anche i sacerdoti,
alcuni già in quarantena o in isolamento. È come la “valle oscura” o “valle dell’ombra di
morte” del salmo 23: “Nessuno la domina con lo sguardo, nessuno sa quanto durerà, nessuno sa
quando né a chi toccherà. Dio non risparmia a noi uomini la “valle oscura”, che per molti diventa
anche la “valle della morte”. Ciononostante, Dio è presso di noi nelle nostre angosce e nelle nostre
sofferenze. Dio cammina con noi nell’oscurità. Non risparmia nemmeno a se stesso la “valle
oscura” e la “valle della morte”. Dio attraversa i nostri stessi dolori con noi e conosce la via per noi.
È più vicino di quanto possiamo essere consapevoli” (J. Moltmann).
Siamo in una fase in cui le previsioni scientifiche sul futuro della pandemia sembrano
diventate incerte. È un momento difficile e complesso, un tempo di prova, che ci fa
prendere coscienza delle nostre fragilità. Come padri e pastori siamo chiamati a non far
mancare ai fedeli gli aiuti spirituali necessari, l’accompagnamento ed il sostegno
dell’Eucaristia. Restiamo accanto alla nostra gente, condividendone le sofferenze e
preoccupazioni, senza chiuderci nel nostro individualismo. A volte il buio sembra avere il
sopravvento, ma il nostro orizzonte non sono le tenebre, l’incertezza e la paura, quanto
una Luce che viene dall’alto ad illuminare il nostro cammino.
Nell’unire i nostri sforzi per uscire dalla pandemia, vorrei dire il mio grazie a quanti si
sono impegnati e continuano ad impegnarsi con generosità nell’accoglienza dei migranti e
nel dare aiuto e sostegno economico agli indigenti. In tale servizio di carità enorme è
l’impegno della nostra Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali. Ho costatato di
persona la dedizione generosa e senza risparmio di tanti operatori delle nostre Caritas
parrocchiali.
Vi chiedo di pregare per quanti sono sofferenti, per i sacerdoti sotto contagio, per i
medici ed il personale sanitario che generosamente è impegnato nella cura degli ammalati.
Sappiamo che la tutela della salute dei più deboli e dei più esposti a gravi pericoli è da
sempre parte integrante della missione della Chiesa. Seguendo il Signore, medico delle
anime e dei corpi, incoraggiamo i fedeli che ancora non l’hanno fatto a sottoporsi al
vaccino, che ad oggi è la miglior difesa, l’unica possibile per arginare gli effetti malefici del
virus. Papa Francesco, nel videomessaggio ai popoli dell’America latina dello scorso 18

Continua....


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agosto, affermava che “vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di
amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore
per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”.
Pertanto non dà esempio di responsabilità chi rifiuta il vaccino per motivi personali,
dimenticando che potrebbe essere anche lui portatore (involontario) del contagio,
mettendo a rischio l’altrui incolumità.
La pandemia con la sua gravità ci auguriamo possa renderci più solidali e disponibili
ad accettare con pazienza e senza riserve le disposizioni che vengono impartite a tutela
della salute. La cura per la salvezza delle anime non può distoglierci dall’impegno di
tutelare la salute dei corpi: in questo tempo di emergenza siamo chiamati ad annunciare il
Vangelo, a celebrare i Sacramenti, nel rispetto dei Protocolli adottati per prevenire
infezioni da SARS-CoV-2. Non possiamo trascurare il fatto che alcuni servizi svolti dagli
operatori pastorali sono per loro natura caratterizzati da un particolare rischio di contagio.
E’ perciò nostro dovere adottare tutte le misure necessarie a ridurre quanto più possibile
questo rischio, pur nel rispetto della libertà dei singoli.
Dal momento che negli ultimi mesi il Protocollo riguardante le celebrazioni non ha
subito alcuna modifica, invito a rispettarlo unitamente alle disposizioni allegate.
“Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia” (Gv 1, 16). È la ragione del
nostro rendere grazie a Dio a conclusione di questo anno e all’inizio del nuovo. Questa
“pienezza di grazia” affidata alla nostra fragilità ci ha accompagnati nell’anno trascorso e
ci darà forza nell’anno che verrà. Nulla potrà impedire la realizzazione del progetto che
Dio intende portare avanti attraverso di noi.
Il nuovo Anno sia occasione di grazia, speranza di un cammino nuovo, superamento di
ogni prova nella fedeltà al Dio che ci vuol bene e ci accompagna.
Nel segno della Vergine Maria, Madre della tenerezza Vi auguro un sereno anno
nuovo!

Mons. FRANCESCO OLIVA vescovo di Locri Gerace

DISPOSIZIONI PARTICOLARI
Fermo restante il Protocollo firmato dalla Presidenza della CEI e dal Governo in
data 7 maggio 2020 con le integrazioni successive del Ministero dell’Interno e della
Segreteria Generale della CEI, così come stabilito dall’art. 12 del DPCM 2 marzo 2021,
Ad integrazione e conferma delle disposizioni già date,
Dispongo quanto segue:

  1. Gli operatori pastorali (i ministri ordinati, gli accoliti, i ministri straordinari
    della Comunione, catechisti, animatori liturgici ed oratoriali, operatori Caritas)
    facciano uso corretto e costante della mascherina FFP2, senza filtro, e siamo in
    possesso della certificazione verde anti-Covid (Green pass), nella versione
    rafforzata, ottenibile, secondo le indicazioni di legge, con vaccinazione (almeno due
    dosi) da non oltre 9 mesi o guarigione da non oltre 6 mesi. Nel caso in cui ne fossero
    sprovvisti si astengano dalle suddette attività, sino a nuove disposizioni.
  2. Ogni sacerdote da buon padre e pastore ricorra al vaccino nelle dosi previste,
    rispettoso dell’insegnamento del S. Padre Francesco che l’ha definito un “atto di
    amore” verso gli altri, ed incoraggi i fedeli a farlo.
  3. Per le celebrazioni dei funerali in chiese, si consenta la partecipazione nel
    rispetto rigoroso del numero dei partecipanti consentito sulla base della capienza
    della chiesa, come indicato all’ingresso. Non si consenta né in chiesa né sul sagrato
    il saluto finale con la stretta di mano.
  4. In caso di decesso per Covid si garantisca il rito di benedizione al cimitero
    con la partecipazione dei soli parenti più stretti.
  5. Per la partecipazione alle celebrazioni non è richiesto il Green Pass ed è
    sempre necessario mantenere le distanze interpersonali prescritte: un metro quando
    si è seduti; 1,5 metri durante gli spostamenti.
  6. Per i prossimi trenta giorni, siano sospese tutte le attività e le manifestazioni
    diverse da quelle pastorali e dalle celebrazioni strettamente liturgiche (ad es.
    concerti, rappresentazioni, etc.).
    Le presenti disposizioni sono soggette ad aggiornamenti in ragione dell’andamento
    della pandemia e della continua evoluzione normativa civile.
    Affido al senso di maturità di ciascuno quanto disposto, ricordando che dell’eventuale
    inosservanza ognuno risponde personalmente.