Gio. Nov 14th, 2024

Alla recente dichiarazione del Ministro Minniti: “troppo silenzio sulle mafie”,  verrebbe spontaneo rispondere con la seguente domanda: “chi dovrebbe parlare delle mafie o contro le mafie quando questa campagna elettorale non riesce a parlare proprio a nessuno?” …E cosa dovrebbero dire i candidati se, pur ammettendone l’esistenza, l’amministrazione statale della giustizia consente la libera espressione di voto ai mafiosi, presunti mafiosi e/o cosiddetti soggetti “controindicati”? (È evidente che i termini “presunti” e “controindicati” non siano casuali)
…Forse dovremmo davvero prendere come suggerimento le parole del Ministro dell’Interno che all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Reggio Calabria ha dichiarato di *non volere i voti dei mafiosi* , blindando però questa Sua determinazione con una “bella” e “prudente” candidatura fuori regione?!
E in tal caso, cosa potremmo fare, per eccesso di prudenza, noi che non siamo candidati ma che abbiamo scelto di vivere ed operare in questo martoriato territorio? …Abbandonare le nostre idee e trasferirci in massa al nord Italia o all’estero, scappando dalla Calabria?!
Mi dispiace! Moralmente non possiamo accogliere questi, se pur impliciti, suggerimenti né accettare questi consigli da parte di nessuno.
Scommetto però che saremmo in molti ad apprezzare un cambio di atteggiamento e un diverso approccio nei confronti della nostra terra da parte di chi,  come Minniti, da calabrese, ha raggiunto nell’ultimo quarto di secolo il livello più alto di rappresentanza politica e istituzionale, modificando drasticamente le sue scelte e la sua azione politica in termini di proposta. Tutto ciò, anche se tale scelta dovesse mettere in discussione la sua immagine nazionale e gli “spazi” politici conquistati sino a questo momento. Il tutto al solo scopo (…e scusate se è poco!) di risollevare le sorti del Mezzogiorno e della Calabria, spendendosi concretamente per l’inserimento di questa nostra bistrattata regione nell’agenda di governo, ad oggi fuori dalla programmazione nazionale di qualsivoglia forma di sviluppo. In tal modo, molti come il sottoscritto, da ogni parte politica, non esiterebbero a riconoscere a “Cesare quel che è di Cesare”, diversamente anche se con molto senso di smarrimento e scarsissima fiducia nel futuro saremmo costretti a guardare avanti!

Continua....


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Pierpaolo Zavettieri Consigliere Metropolitano di Reggio Calabria

 

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