L’ex presidente f.f. della Regione Calabria critica l’odio civile e la politizzazione della data nazionale
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Nino Spirlì, ex presidente f.f. della Regione Calabria, si è inserito nel dibattito sul significato del 25 aprile con una presa di posizione decisa. Secondo lui, la celebrazione di questa data non è appropriata, non tanto per ragioni politiche, quanto per una questione di etica e morale.
Spirlì critica il modo in cui il 25 aprile è stato trasformato in una celebrazione sempre più connotata politicamente piuttosto che essere un momento di unità nazionale. Egli evidenzia la presenza di un odio civile che permea ancora la società, uno stesso odio che, durante la seconda guerra mondiale, divise il popolo italiano in due fazioni assassine.
Il suo rifiuto di “festeggiare” o “celebrare” questa data si basa sulla sua netta condanna nei confronti degli assassini, chiunque essi siano. Spirlì sembra indicare che, invece di commemorare una vittoria politica o militare, dovremmo riflettere sulle divisioni che hanno lacerato il paese e sulla necessità di superarle.