Mer. Lug 17th, 2024

‘Non era concepibile avere latitante di spessore su territorio’

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“Un grosso step che arriva dopo la tenuta a livello probatorio della nostra indagine. Quello di oggi è l’ennesimo colpo inferto alla criminalità vibonese dalle forze dell’ordine che non si adagiano sugli allori ma continuano a lavorare sul piano investigativo”. A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri incontrando i giornalisti dopo l’arresto del latitante Rosario Gratteri ricercato per l’inchiesta Rinascita Scott e rinviato a giudizio due giorni fa insieme ad altri 354 imputati. “Non era concepibile -ha aggiunto – che su questo territorio ci potessero essere latitanti di rilevante spessore. Per noi la priorità è anche questo per due ovvi motivi: sono soggetti pericolosi in quanto fuori controllo e necessitano di protezione e tale esigenza può portarli a minacciare le persone; il secondo aspetto è che essere latitanti sul proprio territorio significa esternazione del potere, forma di arroganza, quindi per noi è un valore aggiunto e dimostra che noi ci siamo”. Gratteri è arrivato alla conferenza stampa indossando una tuta nera con strisce arancione. “Ero a Lamezia per la costruenda aula bunker che sarà terminata il 15 dicembre” proprio per celebrare il processo Rinascita Scott ha detto ai cronisti. Ed a questo riguardo, il magistrato ha sottolineato come il processo che inizierà a gennaio “è sì un processo importante, ma è uno dei tantissimi che ho fatto nel corso di più di 30 anni di carriera; lo definisco una pietra angolare, che è una pietra particolare rispetto ad un muro, ma non deve essere trasformato nel processo dei processi. Ricordo tra Catanzaro e Reggio procedimenti penali altrettanto importanti; d’altronde non è il numero degli imputati che rende tale una indagine, ma è la qualità, il livello probatorio ed altro. Certamente “Rinascita-Scott” è un processo importante perché abbiamo avuto l’idea, l’intuizione di pensare d un concetto di unitarietà della ‘ndrangheta e che proprio nella provincia di Vibo fosse possibile parlare di struttura mafiosa verticistica in cui c’era una famiglia dominante con altre famiglie satelliti”

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