Entro tre mesi il Ministero dell’interno dovrà consegnare al Tar del Lazio tutti gli atti che nel giugno scorso portarono allo scioglimento del Comune di Portigliola (Reggio Calabria) per presunti condizionamenti della criminalità organizzata che avrebbero compromesso il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale. La decisione è contenuta in un’ordinanza istruttoria pronunciata nell’ambito di un ricorso proposto dall’ex Amministrazione comunale per contestare il Dpr di scioglimento del primo giugno scorso.
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I giudici amministrativi hanno considerato che “gli atti istruttori, sulla base dei quali è stato emanato il provvedimento impugnato, costituiscono provvedimenti la cui conoscenza in forma integrale è necessaria ai fini del decidere”; da ciò l’ordine all’Amministrazione statale di depositare “tutti gli atti e documenti, non ancora depositati, in base ai quali è stato emanato il decreto impugnato e, in particolare: l’intera Relazione di indagine della Commissione insediatasi il 20 settembre 2021, richiamata nella relazione prefettizia, priva di oscuramenti e completa di tutta la documentazione allegata; la Delibera del Consiglio dei Ministri del 26 maggio 2022, richiamata nelle premesse del Decreto di scioglimento del Presidente della Repubblica”. Documenti che dovranno essere depositati in versione integrale e privi di omissis (“fermo il rispetto delle cautele imposte dalla natura classificata del testo che l’Amministrazione è tenuta ad osservare”) entro novanta giorni. Allo stato, però, per il Tar “non sussistono profili di palese fondatezza del ricorso e difetta altresì un qualificato periculum”; cosa questa che ha portato al rigetto della domanda di sospensione del Dpr, con fissazione per l’ulteriore trattazione del ricorso l’udienza pubblica dell’11 ottobre 2023.
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