Mar. Lug 16th, 2024

I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza stanno eseguendo, nelle province di Cosenza e Salerno e in altre località italiane, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Dda di Catanzaro, nei confronti di 58 persone indagate, tra l’altro, per associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione e rapina.Tra le persone arrestate ci sono anche il boss Franco Muto e i figli Luigi e Mary (detta Mara). Alcune ordinanze sono state notificate in carcere a diversi pregiudicati, ritenuti vicini alla cosca. Coinvolto anche Maurizio Rango, già detenuto, esponente di spicco delle cosche operanti a Cosenza.

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Al centro delle indagini che hanno portato al mega blitz, denominato operazione “Frontiera”, vi è una delle cosche di ‘ndrangheta considerata tra le più pericolose e violente che avrebbe a capo Francesco Muto, di Cetraro, detto il “re del pesce”, che agli inizi degli anni ’90 visse a Sala Consilina in “soggiorno obbligato”.

Per gli inquirenti il clan cosentino avrebbe monopolizzato, per oltre 30 anni, le risorse economiche del territorio curando fino al dettaglio la commercializzazione dei prodotti ittici e, in un’area a forte impatto turistico, i servizi di lavanderia industriale delle strutture alberghiere e della vigilanza dei locali d’intrattenimento della fascia tirrenica cosentina e del sud della provincia di Salerno. Nell’operazione sono coinvolte anche 4 persone di Sala Consilina

Parallelamente le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno documentato un traffico di stupefacenti che, sotto il controllo del clan Muto, inondava di cocaina, hascisc e marijuana le principali località balneari della costa tirrenica calabrese, tra cui le note Diamante, Scalea e Praia a Mare.Nel corso dell’operazione sono anche stati sottoposti a sequestro beni per circa 7 milioni di euro.I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 al Comando provinciale dei Carabinieri di Cosenza, alla presenza del procuratore capo della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri.

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